Recensione “Un giorno solo tutta la vita” di Alyson Richman

Praga, 1938. 
Lenka e Josef, due studenti ebrei che si conoscono poco prima della tragica occupazione nazista. 
I due s’innamorano e proprio quando il loro amore è in crescita, la situazione a Praga diviene insostenibile, costringendo chi può ad andarsene. Josef, prima che avvenga questo, decide di sposare Lenka, con la promessa che sarebbero partiti tutti verso la salvezza. Invece alla fine a restare indietro devono essere i genitori di Lenka, che però decide di non lasciarli. 
Si separano, Lenka rimane a Praga con la sua famiglia, Josef parte con la sua alla volta degli Stati Uniti, con la follia nazista che diventa giorno dopo giorno più insostenibile. Le privazioni iniziano a essere troppe, fino a che Lenka e la sua famiglia, non vengono deportati in un campo di concentramento. Gli anni passano, la vita continua e così anche quella dei due, ma il ricordo indelebile nei loro cuori e sul braccio di Lenka rimane, scatenando nei loro occhi le scene, le parole, le atrocità. Alla fine della loro vita, moltissimi anni dopo, ormai vecchi e stanchi, si ritroveranno in circostanze del tutto impreviste. 

L’olocausto. Chi di noi non ne ha mai sentito parlare? Donne, uomini, bambini. Nessuno veniva risparmiato dalla furia nazista. Ebrei con la sola colpa di essere ebrei, una razza inferiore. Ma inferiore poi di chi? 
Leggere questa storia, mi ha riportato indietro in un tempo che nemmeno mi appartiene. Lontano, con gli occhi incollati alla vita di chi ha vissuto quegli anni di sofferenza, dolore fisico e mentale. Persone la cui rassegnazione era tangibile, gente che non si è voluta arrendere anche quando vedeva morte ovunque, o anche quando per un niente veniva sparato in testa a un loro caro.
Leggere questo romanzo, tratto da storie vere, mi ha piantato una spina nel cuore. A volte dovevo staccarmi da quelle pagine e guardarmi in giro e prendere fiato. Ogni storia, ogni vita, ogni racconto inerente all’olocausto, è come una sberla in pieno viso, violenta, asciutta, decisa. 
Sembra assurdo che sia vero anche solo la metà di quello che si racconta a riguardo, eppure è così. Non sapevo nemmeno da che parte avrei cominciato a scriverne la recensione, perché so che le parole non bastano mai. 
Torno a Lenka e Josef. Forse leggere delle loro vite insieme e poi tristemente separate, ha alleviato la pesantezza di una storia così difficile impressa nelle pagine della nostra storia. Lenka e Josef, due giovani innamorati che sono convinti della morte dell’altro. 
Lenka, deportata in un campo di concentramento con la propria famiglia, costretta a usare la sua vena artistica, i suoi studi, per i disegni e i progetti del Reich. 
Josef, in salvo, ma senza più la sua famiglia, diventa ostetrico per contribuire alla vita, quasi volesse riempire un vuoto. Entrambi hanno una nuova vita, con nuovi compagni, ma c’è un vuoto dentro di loro ed è quello lasciato dal loro primo amore. 
A volte mi chiedo se un amore possa sopravvivere così a lungo nel corso della vita. Questo è successo, per cui la risposta è sì. Ma forse solo se è fatto di cose semplici, di un tocco prima di andare a dormire, di un ultimo sguardo prima di un addio forzato.
Alla fine si ritrovano, anche se la vita gli ha però riservato gli ultimi anni della loro vecchiaia. E si trovano grazie a uno sguardo e a quei numeri indelebili sul braccio di lei. 
Erano numeri, solo dei numeri. 
Per i nazisti un ebreo si contava sulle dita, non si chiamava. 
Io non so davvero che parole usare. Questo romanzo, non solo ci racconta di una bella storia d’amore, ma ci racconta di fatti di vita vera, di storia impressa in ognuno di noi, di tragiche vicissitudini. Non sono certa di aver reso l’idea di ciò che mi ha dato questo libro. 
Per cui mi scuso se posso aver reso poco l’idea di ciò che racconta il libro, chiedo scusa se posso aver divagato o reso i miei pensieri confusi.
Per capire il mio stato d’animo, il mio punto di vista, dovete leggere questo racconto. Dovete essere anche voi Lenka o Josef.
Camminare insieme a loro a Praga prima dell’arrivo dei nazisti e trovarvi nascosti, prigionieri in casa con loro, dopo il loro arrivo. Dovete guardare in faccia Lenka e le persone che come lei sono nel campo di concentramento insieme a pulci e sporcizia. Dovete mettervi a fianco di Josef quando brucia i suoi ricordi uno a uno pensando che lei comunque non c’è più. Poi dovete sedervi e guardare la libertà in faccia, quando tutto è finito, quando sarete liberi e chiedervi silenziosamente che cosa ne è stato del battito del vostro cuore…
(la Books Hunter Jessica)

Trama:
Questa storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Joseph Kohn scorge tra gli invitati una donna dall’aria familiare. Gli occhi azzurro ghiaccio, l’ombra di un tatuaggio sotto la manica. Il presentimento gli toglie il respiro. Le chiede di mostrargli il braccio; non importa se è scortese, lui deve sapere. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: “Lenka, sono io. Joseph. Tuo marito” Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1939. Lenka e Joseph sono due studenti Ebrei, si conoscono poco prima dello scoppio della guerra, si innamorano, diventano mariti e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti Lenka decide di restare, perché non ci sono biglietti a sufficienza per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento. In mezzo all’orrore, fa ciò di cui è capace, dipingere, unico modo per dar” colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Joseph, in America, si specializza in ostetricia: solo aiutare a dare la vita gli consente di non farsi trascinare a fondo dalle voci di chi non c’è più. Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi.

L’autrice:
Americana, vive a Long Island, New York. Ha pubblicato quattro romanzi, tradotti in quindici paesi, molto apprezzati dal pubblico e dalla critica. A fare di lei un’autrice bestseller è stato Un giorno solo, tutta la vita, un vero successo del passaparola. Il suo prossimo libro sarà ambientato ai tempi della Resistenza in Italia, paese cui è particolarmente legata.

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