Negli USA il problema delle sparatorie nelle scuole è sempre più diffuso. Sembra un paradosso usare il termine “sempre più diffuso” per un crimine tanto grave quanto subdolo, eppure è così. La follia delirante di mitomani che porta al compimento di stragi inaudite.
Allora si è deciso di passare alle maniere forti: in alcune scuole si è già adottato il provvedimento di munire di pistole gli insegnanti.
E adesso una nuova proposta: ogni studente, per la sua incolumità, dovrebbe avere nel suo armadietto un grembiule antiproiettile (del costo tutt’altro che abbordabile di 1200 dollari) da indossare in caso di pericolo.
Inevitabilmente si solleva il polverone polemico: sarà giusto combattere la violenza con la violenza? Davvero si vogliono far entrare armi e giacche antiproiettile nelle scuole frequentate da bambini e ragazzi? Fino a poco tempo fa, la popolazione “acculturata ed emancipata” non inorridiva sentendo parlare di bambini-soldati nei paesi dove impazzano le guerre civili?
Sicuri che non ci siano altri mezzi per prevenire (invece di combattere) questo dilagante fenomeno?
Ci sono paesi dove persone e associazioni lottano per garantire l’istruzione, perché è un diritto di tutti: le scuole devono offrire conoscenza e formazione, elargire cultura perché il sapere è fondamentale e innegabile, e dovono essere luoghi sicuri ed educativi.
Per tutto questo, siamo sulla buona strada?
Forse è opportuno rifletterci…
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