“Il duello” – Alex Doomboy

Terra arida, sole alto nel cielo e sabbia negli occhi.

Tu finalmente dinanzi a me, questo è il duello che sognavo da tempo.

Oggi mi chiamo Bramo e provo sadico piacere nel vedere il tuo stupore mentre realizzi che sono una copia fedele di te.

Bramo il sole alto che mi rende finalmente visibile ai tuoi occhi.

Bramo di poter guidare, per una volta soltanto, le tue stanche azioni.
Bramo di scoprire la tua prima mossa, nell’attesa di svelare il tuo terrore, 
quando scoprirai che i tuoi movimenti sono i miei.
Bramo, oggi, di poter decidere finalmente per te.
Bramo l’elettrizzante istante in cui scorgerò la tua disperazione nel sentirti 
impotente di fronte a me. 
E bramo l’istante in cui ti renderai conto che questo ultimo duello sarà mio.
L’ultimo rintocco delle campane recita lo spartito della morte.
Il click del tamburo, la pistola che accarezza la tua tempia, l’odore della polvere da sparo.
Replico il tuo movimento, e bramo il momento in cui finalmente decido per noi.
Bramo la vendetta che serbavo dal momento che hai finto che non esistessi.
Bramo il sapore del traguardo finale, l’esatto momento il cui ci separeremo.
Bramo il silenzio che ci avvolgerà distesi a terra, nell’ultimo abbraccio.
Bramo, infine, di custodire il ricordo della tua intera esistenza, io, il biografo sempre trascurato e dimenticato.
Io, che sono anagramma. Di te.

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