“Le nostre passeggiate notturne” – Roberto Bonfanti

Mi piacciono molto queste nostre passeggiate notturne, camminare fianco a fianco in silenzio, sfiorarsi ogni tanto, quasi per caso, vedere le nostre ombre che si allungano mentre passiamo sotto i lampioni. In tutti questi anni abbiamo stabilito dei piccoli rituali, come soffermarci davanti alle vetrine dei negozi preferiti. A lui piacciono quelle minimaliste, di design, io apprezzo quelle piene di luci e colori. Mi sopporta quando mi fermo lì davanti a guardarle, per tutto il tempo che voglio.
Mi piace stare con lui, vorrei che fossimo sempre insieme, ma col tempo ho capito che ha altri impegni, che ha bisogno dei suoi spazi, per esempio quando al mattino esce per andare al lavoro e io mi rassegno a stare tutto il giorno in casa. Lo guardo dalla finestra, mentre si allontana, qualche volta divento un po’ triste, specialmente se vedo quella gatta morta della vicina, che gli si accosta sinuosa e gli fa le fusa. Ma non è gelosia la mia, so che non mi tradirebbe mai, soprattutto non con una come quella! Non è gelosia, è solo un turbamento passeggero, dura un attimo, poi non ci penso più e, con pazienza, aspetto il suo ritorno.
Adoro le nostre passeggiate notturne, sono un momento tutto per noi, siamo finalmente insieme e siamo soli, lui ed io. Per lui sono un modo per disfarsi della fatica e dello stress accumulato durante il giorno, per me rappresentano occasioni di svago, dopo tutte le ore solitarie in casa. Ora lo so, e non vorrei niente di più. Eppure c’è stato un tempo in cui tutto questo non mi bastava, volevo la mia libertà, avevo voglia di esplorare, di scoprire il mondo. Una volta ho tentato anche di fuggire, per pentirmene subito dopo, provando un senso di smarrimento e vergogna. Temevo che si sarebbe arrabbiato e non mi avrebbe più voluto bene. Invece è venuto a riprendermi, senza una parola, senza un rimprovero, anzi, mi ha abbracciato forte, si vedeva che era felice di avermi di nuovo accanto. Ha capito che quella fuga non era mancanza d’affetto da parte mia, era solo irrequietezza giovanile. Lui mi comprende, lo ha sempre fatto.
Mi piacciono davvero queste nostre passeggiate nell’aria fresca della sera. Amo in particolare quell’attimo in cui, poco prima di rientrare, l’ultimo lampione proietta le nostre ombre sul marciapiede. Sì, proprio quelle, che si sovrappongono e si fondono in una sola: sembra l’ombra di un unico essere a sei zampe, un po’ peloso e un po’ no.
È proprio vero quel vecchio detto: l’uomo è il miglior amico del cane.
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