Oggi 20 Febbraio, nell’ordine del giorno alla riunione del Consiglio dei Ministri, c’è la Legge Levi del 2011.
La Legge Levi, che regolamenta il prezzo del libro, fissa lo sconto massimo del 15% applicabile al prezzo di copertina, ma non effettua una distinzione tra libri scolastici e non, anche se soggetti a condizioni commerciali completamente diversi.
Le librerie, infatti, hanno all’acquisto sconti minori sui libri scolastici. Viene da sé, che una legge che regola il prezzo al pubblico del libro, non dovrebbe trattare le due categorie di testi (scolastici e non) nello stesso modo.
La vendita praticata dalla grande distribuzione e dai grandi siti di e-commerce con lo sconto netto del 15% sui libri scolastici, senza applicare neppure i costi di spedizione e spese di incasso, per un meccanismo di conteggio sulle scontistiche, rientra nelle vendite sottocosto.
La Legge Levi prevedendo espressamente lo sconto massimo del 15% su tutti i libri, non consente all’antitrust di intervenite per regolamentare questo aspetto, che gioca a sfavore delle librerie.
Oggi, al varo del Consiglio dei Ministri, in relazione al DLL sulla Concorrenza, la possibilità della cancellazione della Legge Levi.
Dunque, con l’abolizione del limite massimo del 15% di sconto applicabile ai libri, la vendita tornerebbe a essere soggetta alle norme in materia di vendite promozionali, di saldi di fine stagione e di disciplina del settore della distribuzione commerciale previste dal decreto 223/2006 e dalla legge 248/2006.
Un passo avanti o un passo indietro?
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