Quante volte nel nostro gruppo abbiamo parlato dell’importanza della cover?
Volti, colori, caratteri armoniosi, attirano la nostra attenzione dagli scaffali delle librerie.
Inutile abusare del luogo comune “non giudicare il libro dalla copertina”. Non è questione di giudizio, questo è sicuro. Si tratta dell’impatto che l’immagine ha su di noi. Ci sono dei momenti in cui siamo predisposti a farci catturare da una copertina colorata e forte, altri momenti in cui preferiamo rincorrere una storia che si cela dietro una cover dalle tinte delicate e magari con raffigurato un volto gentile.
A volte siamo disposti a sorvolare su una copertina che non ci fa impazzire, perché il titolo invece ci colpisce subito. O perché diamo credibilità all’autore che già conosciamo…
Le teorie sono tante, quello che è certo è che, se ci troviamo di fronte a una cover orribile (partendo dal presupposto che i gusti sono personali) il libro di sicuro lo riponiamo sullo scaffale alla velocità della luce!
Ma i tempi cambiano…
Tra non molto, saranno le copertine a scegliere i lettori.
È ormai di qualche mese fa, la notizia dell’invenzione, tutta olandese, della cover che “legge” l’espressione facciale del potenziale lettore che ha di fronte e interpreta il suo grado di pregiudizio.
Hai un pregiudizio su questa cover? Il libro non si apre…
Ancora dobbiamo capire l’utilità di questa invenzione: seguendo il filo logico che abbiamo introdotto in questo articolo, se la cover non ci piace proprio, non è un dramma il fatto che il libro non si apra per farsi leggere…
(Books Hunters Blog)
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