Montagna, storie e conquiste – Tutto al femminile plurale

Buongiorno, cacciatori di storie! Oggi le vostre BH sono salite in alto, sulle vette capaci di regalare panorami mozzafiato. No, non siamo andate in montagna alla ricerca di un libro, niente scarpinata, diciamo che quel detto “Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna”, oggi ci calza a pennello. Il perché qui sotto:


Cosa succede quanto una ragazza di montagna e un ragazzo di città decidono di raccontare le storie di 8 donne che, per un motivo o per l’altro hanno deciso di vivere in montagna? Nasce il reportage a 4 mani “Montagna: femminile plurale. Storie di donne che sono arrivate in alto”, scritto da Irene Borgna e Giacomo Pettenati.
Irene ha avuto un anno di tempo per raccogliere le sue storie, Giacomo un’unica intensa giornata. L’ebook è un dialogo a distanza tra i 2 autori, con 2 diversi punti di vista e stili narrativi, che si uniscono nella parte finale. Le interviste – ad allevatrici, artiste, gestrici di rifugi alpini, lupologhe, coltivatrici, artigiane – raccontano di donne testarde, mosse dalla passione, che non si sono fatte scoraggiare dalle difficoltà (sì, ce ne sono state parecchie) o dalla diffidenza di chi sui monti già ci viveva. Il vivere in montagna come piano di vita, necessità, caso, destino. Storie di donne, una diversa dall’altra ma tutte unite, come anelli di una catena incredibilmente forte.

Riflessioni:
I luoghi comuni diventano spesso un imperativo che ci porta a vedere la realtà solo ed esclusivamente per come ce la raccontano.
In realtà dietro ad essi, ci sono scelte ponderate, cambiamenti soggettivi, bisogni.
Quando si pensa alla montagna, viene spontaneo associarla alla tranquillità, alla solitudine, alla bellezza e anche alla lontananza.
Un luogo dove tutti vogliono andare, ma in cui nessuno vuole restare per sempre. Forse.
Quei luoghi comuni di cui parlavo, riescono anche a smentirci. Infatti, coloro che chiamiamo montanari, spesso scelgono quella vita che a noi sembra così tanto chiusa, la cercano fortemente perché forse, la capiscono meglio di noi…
In questi racconti, conosceremo meglio la montagna e il suo lato femminile, quello che ci sembra tanto scontato e che invece riserva grandi sorprese e conquiste.
Difficoltà e soddisfazioni di donne che sono state capaci di vivere nel modo giusto la montagna e tutti i suoi anfratti. Storie reali, al femminile plurale…

Il commento del lettore:
La costante di queste storie sta nella loro genesi: in un’ipotetica rappresentazione grafica, il cammino che le ha portate in montagna apparirebbe simile al movimento di una lepre, che con sicurezza si avventura in direzioni azzardate per poi tornare sui suoi passi e modificare radicalmente velocità e traiettoria. Le storie raccolte testimoniano la necessità di inventarsi un lavoro, di crearsi uno spazio. Perché in fondo “l’importante non è saper stare al proprio posto, ma conquistarsi un posto che sia il proprio”.
(qcodemag.it)
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