BookIntervista a… Gianluca Giusti

Oggi per la nostra rubrica “BookInterviste”, ospitiamo Gianluca Giusti. Non perdiamo tempo e andiamo dritti dritti alle domande:

1. Innanzi tutto, diciamolo, sei un autore, ma ancor prima un Informatore Scientifico per un gruppo farmaceutico molto importante. C’è qualcosa nel tuo lavoro di ricerca quindi, che ti ha in qualche modo influenzato a cercare risposte di altro genere? I tuoi libri pensi siano la conseguenza di quello che fai e vedi quotidianamente?
Per prima cosa un caro saluto a tutti e grazie per l’opportunità di farmi conoscere.
Diciamo questo: chi è portato a credere a una certa fenomenologia irrazionale come l’astrologia, i complotti, i miracoli, le possessioni demoniache, gli Ufo solo per dirne alcune, lo è indipendentemente dal percorso scientifico. Basti pensare alla Sindone dove molte persone di scienza sono convinte dell’autenticità. O medici che leggono fiduciosi l’oroscopo, credono all’omeopatia o che certe guarigioni sono autentici miracoli. Indipendentemente dal percorso scientifico credo che per prima cosa serva una predisposizione al dubbio e alla voglia irresistibile di cercare una spiegazione anche quando sembra che la spiegazione non ci sia. Il mio lavoro è servito e serve perché mi ha aiutato a capire come funziona la scienza, il suo metodo ed il suo tortuoso percorso fatto di prove e verifiche. I miei libri seguono questi passaggi e cerco di spiegare perché, questi passaggi, sono necessari per capire fenomeni talvolta all’apparenza davvero incredibili. Ragionando in questo modo però la conclusione è che per quanto apparentemente incredibile, nessun fenomeno o miracolo ha dimostrato di violare le leggi fisiche note, quindi non è un miracolo.

2. Come scrittore, hai attualmente pubblicato con diverse CE, ben 3 libri: “OscuraMente”, “Cuba Istruzioni per l’uso” e “Qualcosa non torna”, uscito nel 2014. Concentriamoci su quest’ultimo che sappiamo aver ottenuto il patrocinio gratuito del comune di Roma. “Qualcosa non torna” è un libro che tu stesso definisci divulgativo. Fino ad ora quale è stato il riscontro con i lettori?
Permettimi di dirti grazie per la gentilezza di aver citato tutti i miei libri. Qualcosa non torna è certamente divulgativo, come OscuraMente, del resto, perché pur trattando temi che detti così sembrano “mattoni” o difficili da capire come la religione, il paranormale religioso e il paranormale, in realtà è scritto con un linguaggio semplice e comprensibile per chiunque. Ci sono molti esempi che aiutano a capire perfettamente quando le cose si fanno più difficili e molte domande che nascono improvvisamente durante lo sviluppo degli argomenti e che rivolgo direttamente al lettore. Per natura si è portati a rispondere alle domande, quindi chi legge è coinvolto attivamente e non passivamente nella lettura. Una lettura attiva sono certo che possa essere molto più coinvolgente e dinamica quindi più divertente per il lettore, che poi è il reale protagonista del libro. Benché non sia un giallo ma un saggio ho cercato di creare quell’intrigo che porta a dire: devo per forza vedere come va a finire. Un libro come ben sappiamo, purtroppo, non è difficile da vendere è quasi impossibile. Devo dire però che grazie anche a recensioni positive e a interviste come queste se ne parla e questo incuriosisce. Chi legge il libro lo trova interessante e rimane contento di averlo acquistato. Spero che questo aiuti il passaparola conseguentemente un riscontro in costante crescita. Per una volta un libro diverso con argomenti accattivanti e dove il protagonista è il lettore, più di così… 

3. Sfiorare il tema religioso e paranormale è sempre molto complicato. Anche per chi cerca solo vie alternative o invoglia alla riflessione come hai fatto tu. Hai incontrato resistenze? Ti sei lasciato sopraffare qualche volta dal dubbio che fosse un tema troppo spinoso e personale nel quale poche persone, forse, usano obiettività?
In realtà è proprio il dubbio che ti assale a spingere a fare ricerca. Il dubbio è un animale strano perché ha il potere di creare un’ansia terribile, uno stato d’animo così sgradevole che le persone cercano, consapevolmente o meno, di eliminare velocemente. Generalmente lo si fa in due modi: ci credo e cerco ogni volta conferme a quello che dentro di me sento “essere vero”. La religione è l’esempio più semplice. Credere aiuta a non sentirsi soli, a condividere speranze e certezze, a far parte di una comunità, mentre il paranormale religioso in qualche modo contribuisce a intensificare l’unione. L’esempio più significativo sono le apparizioni di qualcosa o statuine che piangono. Situazioni in grado di attrarre file persone obbligate ad attese infinite o disposte a stritolarsi uno sopra l’altro pur di essere presenti nei luoghi prescelti dal divino. Le possessioni demoniache, l’avviso lampeggiante che il male è vicino e può sopraffarci. L’esorcista, il cavaliere senza macchia e senza paura pronto per il gran finale dove immancabilmente il bene vince sul male. Il Diavolo quindi altri non è che un povero diavolo che avvisa della sua presenza con un gran trambusto ma che alla fine però è sempre destinato alla sconfitta. Secondo me già il fatto che un essere di potenza inusitata come il Demonio non vinca mai, neanche per sbaglio, è un serio motivo di riflessione che nel libro spiego con molti più dettagli. Il secondo modo invece scarica la tensione nell’indagine scientifica. Provare a capirci qualcosa e verificare di cosa si tratta realmente. Ogni volta, e ormai le volte sono tante, che si ha tempo e modo di verificare attentamente, le nebbie del mistero si diradano piuttosto velocemente. Resistenze no, perché in Qualcosa non torna dico da subito che il libro non è scritto per giudicare ma per provare a riflettere. Proprio perché sono temi profondamente personali ognuno deve trovare le risposte dentro di sé. Io cerco solo di scombinare un po’ i piani e portare il lettore su territori che nemmeno immaginava esistessero. Nulla di straordinario solo un modo diverso di provare a riflettere.

4. Nella stesura di questo libro, avrai sicuramente condotto delle ricerche. Quanto c’è voluto per rendere questo tuo lavoro definitivo? Nel percorso di scrittura, hai avuto la possibilità di dare delle risposte alle tue stesse domande?
La stesura del libro circa otto mesi ma la sua preparazione invece una trentina di anni, quelli che ho dedicato alla lettura. Da qui si capisce che prima che un autore sono un lettore. Ho letto tanto senza presagire minimamente che un giorno avrei scritto anche io un libro. Quello che volevo era solo capire meglio la tipologia di certi fenomeni e la metodologia d’indagine. Se posso raccontarlo la storia nasce quando la tv era ancora in bianco e nero e un giovane Piero Angela fece uno speciale in onda il sabato sera sul paranormale. Mi rimasero impressi soprattutto i “guaritori filippini” e i loro trucchi, smascherati dal programma, con cui si prendevano gioco di persone gravemente ammalate, “operandoli a mani nude”. Si approfittavano di persone disperate, morte pochi mesi dopo, grazie alle nefandezze di questi criminali. Ero piccolo ma l’ho trovato intollerabile e da lì ho capito che strada dovevo prendere. La risposta alle domande non è stata tanto la scrittura di Qualcosa non torna ma tutti i libri letti in precedenza.

5. Quali sono le questioni che ti poni più spesso riguardanti i misteri che ci circondano? Quale secondo te il mistero dei misteri?
Mi affascinano i presunti miracoli. Ti dico subito perché. Perché in realtà succede che persone (pochissime a dire il vero) affette da gravi patologie guariscono o migliorano tantissimo con una velocità davvero straordinaria e sorprendente. Dal momento che queste remissioni avvengono vuol dire che esistono meccanismi interni di guarigione e auto riparazione che il nostro organismo riesce a produrre. In Qualcosa non torna ne parlo in un ampio paragrafo spiegando bene come la scienza, pur con i progressi fatti, non abbia ancora tutte le risposte. Ci sembra di conoscere tanto ma siamo ancora lontani, molto lontani dall’aver scoperto tutto. Ecco perché certe guarigioni, oltretutto rare, ci sembrano miracoli. Ma come detto prima, se li valutiamo con attenzione, nessuna legge fisica nota viene violata e se non viene violata non è un miracolo. Si potrebbero portare tutti le persone affette da sindrome di Down nei vari santuari per tutti gli anni della loro vita e purtroppo nessuno di loro perderebbe quel cromosoma in più che causa la sindrome. Ecco il punto, dove serve davvero una violazione delle leggi fisiche conosciute, nessuna notizia di miracoli. Il mistero dei misteri resta sempre Dio. Per quante cose la scienza arrivi a scoprire non sapremo mai davvero se Dio esiste o no, almeno a livello di vita terrena. Il motivo è semplice: potrebbe essere lo stesso Dio che permette all’uomo di scoprire tutto quello che Dio vuole che si scopra. La scoperta può solo ridurre le possibilità che Dio esista senza arrivare mai a dare la risposta definitiva. Non a caso io sono agnostico. Non ho la fede per dire che Dio esista ma nemmeno conoscenze tali per affermare il contrario. E in fondo è un bene perché è la voglia di conoscere che stimola la ricerca e il contradditorio. Poi ognuno è libero, come è giusto che sia, di credere a quello che vuole. 

6. I tuoi lettori definisco il tuo libro così: “Diretto, chiaro, ironico al punto giusto, capace di coinvolgere il lettore sia per la sua originalità di stile, sia per la trattazione delle tematiche, che possono essere più o meno conosciute, e che rivela un profondo studio durato trent’anni. D’altronde un libro così non si improvvisa ed è un’occasione super invitante per chi vuole confrontarsi o approfondire misteri che da sempre affascinano l’uomo suscitando interesse e curiosità.”
E tu come lo definiresti in poche parole?
“Un libro che fa pensare. Per un cambiamento di nuova generazione”

7. Gianluca, progetti per l’immediato futuro? Pubblicazioni prossime?
Sono di prossima uscita due libri: “La mente non oscura” che parlerà dei miti legati alla mente ed è la seconda parte di “OscuraMente”, il mio primo libro, che invece va a sfatare quella credenza secondo cui useremmo solo il 10% del nostro cervello. Poi “Sono fermo, mi muovo”. Dopo Cuba istruzioni per l’uso che ovviamente ambientato nell’isola caraibica e patria di mia moglie anche questo ha caratteristiche geografiche. È un progetto a cui tengo molto perché parlerà della mia città Montecatini Terme, nato con la candidatura dell’Unesco a diventare anch’essa patrimonio dell’umanità. Non è un romanzo ma nemmeno un saggio e ancor meno una guida turistica ma tutte queste cose insieme. Il lettore leggerà una storia con due protagonisti che girano in coppia, uno è terribilmente tormentato, l’altro molto simpatico ma invisibile (alla fine scopriremo chi è). Insieme faranno conoscere la città in un modo molto particolare e suggestivo. Passato, presente, futuro e la Toscana s’intersecano in una forma originale che sono sicuro piacerà a chi già conosce Montecatini facendo venire la voglia, lo spero tanto, di farci un salto a chi invece non c’è mai stato. Lo spirito del saggista verrà fuori nei discernimenti che il protagonista tormentato esternerà nei sette giorni in giro con il suo fantomatico amico. Lascio indovinare chi sia il protagonista tormentato.

Grazie Gianluca per essere stato con noi, è stato un vero piacere ospitarti. 
Lettori, potete seguire Gianluca Giusti sul suo blog www.gianlucagiusti.com
Ancora grazie e buona fortuna per i tuoi futuri progetti.
Grazie a voi per questa bella intervista e un caro saluto ai vostri lettori.

Gianluca Giusti, classe 1964, dopo gli studi all’Isef Gianluca Giusti entra nel settore farmaceutico deve ancora lavora in qualità di informatore scientifico, oggi nel campo dell’oncoematologia. Nei suoi 25 anni di attività ha lavorato in varie aree specialistiche.
Ciò gli ha consentito di capire i lavori scientifici e l’importanza del metodo scientifico sperimentale, ad oggi unica arma a difesa del progresso e contro le pseudoscienze.
I colleghi ne storpiano il cognome Giusti in un simpatico e maccheronico inglese Jast, diventato poi Thejast con cui l’autore ha firmato alcuni degli aforismi del suo primo libro “Oscuramente”. Ha letto troppo rischiando di non pubblicare mai ma, nel 2013, la svolta! Autore flessibile e competente con anni di preparazione alle spalle, fa il suo esordio editoriale con OscuraMente pubblicato con Errekappa edizioni.
Poi l’amore per Cuba e la voglia di descrivere l’isola che gli ha portato in regalo la sua splendida moglie Julia. “Cuba istruzioni per l’uso”, edito da La caravella editrice, il suo secondo libro, è l’essenza e l’essenziale di una esperienza unica che dura e rimarrà per sempre. Alla sua terza pubblicazione nel 2014 entra a far parte degli Autori di Edizioni C’era una volta con il suo attesissimo libro: “Qualcosa non torna”.
Gianluca, di estrazione scettico-razionale si batte a difesa della Scienza e della Ragione.

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