Sono nei guai. Ho finito di leggere “L’invenzione delle ali” e sono tormentata da un pensiero: ma sarò all’altezza di scrivere una recensione degna della grandiosità di questo libro? Saprò rendergli giustizia (e mai termine fu più azzeccato…)? Non mi resta che provarci.
In verità il mio tormento arriva dalle parole che mi sono arrivate dritte dritte al cuore, alla pancia, a volte con la potenza di un pugno in piena faccia. Sono parole che gridano contro l’abominio di diritti negati, addirittura non riconosciuti. Sono parole che inneggiano alla libertà e alla vita, nel loro significato più profondo.
«Il momento di rivendicare i propri diritti è quando questi vengono negati».
Sarah ed Hetty Grimké, le due voci narranti del romanzo, hanno lo stesso cognome non perché sono sorelle, piuttosto per un diverso concetto di appartenenza: Sarah è parte della famiglia Grimké mentre Hetty è di proprietà della famiglia.
Sarah è la metamorfosi sofferta, Hetty è la rabbia che non è mai stanca.
Sarah è bianca, Hetty è nera.
Quella di Sarah è la storia di un percorso di crescita pieno di insidie. Mentre per la sorella Angelina (Nina) la strada che decideranno di intraprendere insieme sembrava già essere parte del suo destino, come se le sue idee radicali le scorressero nelle vene con la stessa naturalezza del sangue, per Sarah è stato un vero travaglio, un cammino lungo e tortuoso per cercare se stessa e il senso della propria vita. Solo dopo molte sofferenze personali capirà che condannare la schiavitù è ben diverso dal combatterla. Che non basta definire la schiavitù “un’istituzione peculiare” per farla sembrare meno crudele e fare finta di avere il diritto di lavarsi la coscienza. Che non si può convivere con l’indifendibile. Che le donne hanno diritto di appartenenza alla vita sociale e politica della propria comunità. Siamo nella prima metà del 1800, e queste erano idee rivoluzionarie.
“La mia aspirazione a diventare avvocato giaceva nel Cimitero delle Speranze Infrante, un luogo tutto al femminile”.
Questa è anche la storia di due sorelle diverse ma inseparabili, un legame speciale e commuovente. L’unione di due cuori e di due voci, in grado di far tremare la terra.
Quella di Hetty Monella è la storia di una schiava dal cuore audace, una creatura esile ma non fragile, coraggiosa e combattiva. Costretta a dire sempre “sì, signore” apparendo docile, in verità non rinuncia alle sue idee, alle quali resta fedele nella teoria e nella pratica. Schiava fuori, ma libera dentro.
“Forse saremmo rimaste lì per il resto della vita, con il cielo sbarrato, ma adesso mamma aveva trovato la parte di sé che si rifiutava di prostrarsi, e quando trovi quella rischi di cacciarti in un mare di guai”.
Figlia dell’impavida Charlotte ha ereditato dalla madre la voglia di indipendenza, il disperato bisogno di appartenere esclusivamente a se stessa. Alle schiave è proibito sparlare, leggere e scrivere: fa male, ma non importa. Charlotte e Monella daranno respiro ai loro pensieri con ago e filo e riposeranno, forti nella loro consapevolezza di essere umani liberi, avvolte nella coperta della vita.
“Si sedeva ogni giorno sotto l’albero per mettere la sua storia sulla coperta. Anche se piovigginava non smetteva, era come Dio che rammenda il mondo”.
Le vite di Sarah, Nina e Monella si intrecceranno in un tripudio di solidarietà e speranza: Sue Monk Kidd ha la capacità straordinaria di trasformare concetti impalpabili in pensieri che prendono corpo e consistenza.
«Non mi credi? Secondo te da dove arrivano queste scapole, ragazzina?». Le due ossa esili mi sporgevano dalla schiena come monconi. Le accarezzò e disse: « È tutto quello che resta delle tue ali. Adesso sono solo due ossa piatte, ma un giorno le riavrai indietro».
Mi sono guardata le scapole e ho visto le mie ali. Sono libera fuori? Sono libera dentro?
Non posso rispondere adesso, ho bisogno di rifletterci. Perché dopo aver letto questo libro, la parola libertà ha assunto nuove sfumature, tutte meritevoli di grande considerazione.
(La Books Hunter Barbara)
L’autrice:
Sue Monk Kidd vive vicino a Charleston, South Carolina. Mondadori ha pubblicato L’isola degli aironi bianchi nel 2005, La vita segreta delle api nel 2006, che ha venduto sei milioni di copie negli Stati Uniti ed è stato tradotto in 36 lingue, e il memoir In viaggio con le melagrane negli Oscar Mondadori nel 2011. L’invenzione delle ali è stato per mesi ai vertici delle classifiche USA e presto sarà un film prodotto da Oprah Winfrey.
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