Durante una serata di pioggia, le Books Hunters si sono messe comode davanti allo schermo gigante del proiettore, in compagnia di un film in bianco e nero:
Furore è un film del 1940 diretto da John Ford. Tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck, fu adattato per il cinema dallo stesso Steinbeck e da Nunnally Johnson.
Secondo noi, in questo caso, la trasposizione cinematografica ha fortemente penalizzato la storia raccontata nel libro. Certo non è facile adattare una storia, magistralmente raccontata con dovizia di dettagli, alle esigenze del cinema, dove invece si deve necessariamente “concentrare”. Ma secondo noi si è comunque tolto troppo, anche se non possiamo scendere nel dettaglio per non rischiare di fare spoiler. Non sono comparsi nel film alcuni personaggi in realtà funzionali all’intera storia. Leggendo il libro si ha la sensazione di vivere appieno le storie della famiglia “allargata” dei Joad, si sente l’odore della paura, si palpa a piene mani la miseria, si respira la rabbia e ci si impregna di dignità. Il furore cresce dentro. Non accade la stessa cosa guardando il film, e infatti per l’intera durata della proiezione, ci si sente solo spettatori “esterni” alla vicenda, seppure forte e intensa.
Il film è da vedere, ma il libro è addirittura imperdibile!
“Le strade pullulavano di gente assetata di lavoro, pronta a tutto per il lavoro. E le imprese e le banche stavano scavandosi la fossa con le loro stesse mani, ma non se ne rendevano conto. I campi erano fecondi, e i contadini vagavano affamati sulle strade. I granai erano pieni, e i figli dei poveri crescevano rachitici, con il corpo cosparso di pustole di pellagra. Le grosse imprese non capivano che il confine tra fame e rabbia è un confine sottile. E i soldi che potevano servire per le paghe servivano per fucili e gas, per spie e liste nere, per addestrare e reprimere. Sulle grandi arterie gli uomini sciamavano come formiche, in cerca di lavoro, in cerca di cibo. E la rabbia cominciò a fermentare.“
Anche Springsteen, il Boss, ha voluto fare un tributo a questo grande romanzo con questa canzone, The Ghost Of Tom Joad:
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