Lei gli sorrise serena:
«Combattete per ciò in cui credete, ed è bello, io penso, credere in un uomo.»
Buongiorno amici, tra i nomi degli autori emergenti italiani c’è quello di Francesca Riscaio.
Conosciamola insieme e leggiamo cosa ci racconta di sé:
Sono nata a Città della Pieve, il 12 agosto del 1975, vivo a Perugia, lavoro a Castiglione del Lago. Leggo e scrivo da quando ho imparato a farlo. Amo disegnare e considero il disegno una forma diversa di scrittura (e viceversa). Ho studiato per diventare copywriter e ho lavorato per molto nell’ambito pubblicitario e promozionale. Quando il settore è entrato in crisi, la mia vita ha preso altre strade, ma non ho mai abbandonato la scrittura. In questa mi sono rifugiata per non inaridirmi nel tempo in cui ho vissuto come cemento tra i mattoni. “Il viaggio” è stata la mia sfida, il risultato del mio non arrendermi e non abbandonare completamente le mie speranze. Ne sono fiera. Non posso modellare la realtà e piegarla ai miei desideri, ma ne “Il viaggio” ho raggiunto un buon compromesso con la storia che avevo dentro. Vorrei che il mondo da me immaginato accogliesse quante più persone possibili. Credo fortemente che possa essere un buon rifugio: è ciò che mi piace pensare. Per me lo è stato.
Alla fine della Quarta Era di Nael, un gruppo di cavalieri di Sar, ultimi discendenti del popolo degli Astani, si imbatte suo malgrado in un antico manufatto dal sorprendente potere, fuso con il braccio di una giovane donna senza memoria. L’evento determina una catena di avvenimenti che sconvolgerà per sempre le loro esistenze, minando la stabilità dei regni delle Terre Continentali e delle genti che le popolano: il destino dei mortali verrà ancora influenzato dal fato di esseri e razze le cui tracce sono perse nella notte dei tempi. Così inizia il viaggio degli ignari protagonisti di un disegno generatosi dal più improbabile degli incontri: un Aran Gan Har che sfugge le sue genti, un condottiero traditore di Sar, un Selnita reietto dell’Esercito della Notte Perenne si muoveranno alla ricerca della Portatrice, nel disperato tentativo di salvarla dal potere della reliquia di cui è prigioniera e di sottrarla alle trame dell’Imperatore della Luce e del Cerchio dei Maghi, mentre il Dio dimenticato della Tenebra e del Fuoco compie la sua vendetta.
Sion si sentì stanco. Il rancore e l’odio li avrebbe accettati con facilità. Non quegli occhi senza accusa, quegli occhi addolorati e increduli: gli erano insostenibili e così fece ciò che non aveva mai fatto prima in vita sua. Abbassò lo sguardo.
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