Un brillante Italo Calvino si racconta attraverso un’esperienza di viaggio in America. Era l’anno 1959…

Ha da poco compiuto un anno l’edizione a libro unico, edita da Mondadori, di Un ottimista in America (1959 – 1960), scritto da Italo Calvino.

In questo “diario di viaggio”, Calvino si racconta come non aveva mai fatto, attraverso le sue esperienze di socializzazione nel Nuovo Continente.
Arriva a New York nel novembre del 1959 e subito si forma il suo pensiero su questa immensa città delle scosse elettriche:
Una carica elettrica trascorre dalle cose al ritmo dei giorni, ai sentimenti, ai rapporti. È energia vera, o è un estremo impoverimento di tensione in noi che ci fa più sensibili all’energia che emana dalle cose?

Già dai primi tempi del suo soggiorno scopre che l’America non è poi così “americanizzata” come si pensava in Europa. Cerca di vivere l’ambiente sociale appieno: intervista gente comune, osserva le curiose auto tanto lunghe preferendo ad esse il cavallo come mezzo di trasporto per spostarsi in alcuni quartieri, osserva i beatniks (i giovani della Bit Generation) e forse arriva a riconsiderarli, incontra personaggi importanti del mondo dell’economia e della politica, frequenta circoli e tiene lezioni.

(dal libro)

Si trova di fronte a sconvolgenti (nel bene e nel male) novità.
Si imbatte anche nell’America dei poveri, dei vagabondi e si scontra con persone dalle ideologie profondamente razziste. Proprio durante una manifestazione a favore dei diritti civili, incontra Martin Luther King e ne resta affascinato.

Fin dal principio di questo viaggio, Calvino matura una convinzione che lui stesso avvalorerà durante il suo percorso di studioso e antropologo della civiltà americana, spostandosi a Cleveland, Detroit, Chicago, San Francisco, Los Angeles, New Orleans, Las Vegas e tante altre città:
A unire tra loro tutti i gruppi, al di là degli antichi asti e rivalità, è un senso di mutua intesa, quella sorta di complicità che lega chiunque ha scelto di vivere negli Stati Uniti, a qualsiasi livello economicio e intellettuale appartenga. Complicità nell’aver voltato le spalle ai sistemi di valori delle terre d’origine, tradizionali o innovatori che fossero, e accettato le regole del gioco americane, la priorià del denaro, il valore umano che ha per prova la contesa economica, il fondo duro e spregiudicato sul quale si potranno poi costruire (con non maggiori rischi d’ipocrisia che altrove) una morale e una virtù“.

(dal libro)

Riflessioni:
Ancora una volta ci colpisce l’acuta perspicacia di questo scrittore, che già cinquant’anni fa aveva capito come si sarebbe evoluto il sistema americano e quello del consumismo in generale.
Forse non bisogna essere indovini per sapere cosa aspettarsi dal futuro: Calvino ci insegna che è sufficiente alimentare la nostra intelligenza con apertura mentale e tanta esperienza.
Gli scrittori innanzitutto vivano con un atteggiamento verso il mondo che corrisponde a una maggiore acquisizione di verità“.

(Books Hunters Blog)

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