«Saper negoziare con i figli non vuol dire rinunciare a fornire regole e limiti, né significa trasformare in un parlamentino quotidiano la realtà familiare. Vuol dire invece sviluppare buone relazioni a partire dalla capacità di trovare soluzioni insieme e individuare obiettivi condivisi.»
Buongiorno amici, voi negoziate con i vostri bimbi?
Se non altro, ci proviamo tutti!
Ma c’è un libro che può darci una mano…
Questo libro è un pratico strumento di aiuto per intervenire nelle situazioni problematiche avvalendosi della negoziazione come strumento educativo e di relazione con i figli. Si tratta di sviluppare all’interno della famiglia un’abilità e un insieme di tecniche per migliorare la comunicazione e favorire la crescita e lo sviluppo reciproco.
A partire da alcune brevi narrazioni di situazioni conflittuali quotidiane, il libro fornisce indicazioni pratiche e strategiche per apprendere la tecnica della negoziazione, suggerendo chiavi di lettura del conflitto e possibili modalità di interazione costruttiva tra genitori e figli.
«Il mestiere più difficile? Quello del genitore». Sempre più spesso si sente pronunciare questa risposta ed effettivamente la funzione educativa è diventata, negli ultimi anni, sempre più complessa. Lo psicoanalista Giuseppe Maiolo e la psicologa e psicoterapeuta infantile Giuliana Franchini affrontano quotidianamente questa realtà, misurandosi con le sfide impegnative dell’educazione familiare.
«Sospinti dal bisogno di sapere come fare e come comportarsi con i figli afflitti da una crescente quantità di dubbi, i nuovi genitori si interrogano di continuo e con non poca sofferenza sulla funzione educativa».
Nuovi genitori che si sentono «fragili e inadeguati», faticano ad affrontare le difficoltà quotidiane, non riescono a mantenere la «giusta distanza» nella relazione con i figli. E, quindi, per affrontare questa delicata fase è necessario un cambio di prospettiva.
«La sfida per i nuovi genitori non è tanto quella di saper fare quanto piuttosto il saper essere»,sottolineano Maiolo e Franchini. «Il che vuol dire tentare ogni giorno di non farsi catturare dal mito del genitore perfetto cui oggi si aspira sempre di più, e accontentarsi di essere sufficientemente buono, come diceva lo psicoanalista inglese Donald Winnicott».
In virtù della loro lunga esperienza sul campo, in seguito a centinaia di incontri con genitori e adolescenti, gli autori tratteggiano in L’arte di negoziare con i figli – pubblicato dalle Edizioni Centro Studi Erickson di Trento – cinque tipologie di «nuovi genitori».
il comandante: una tipologia che un tempo dominava, basandosi sul concetto di capofamiglia, ma che anche ai giorni nostri non è del tutto scomparsa, anche se è meno diffusa.
il coniglio: preoccupato di tutto, guardingo, sempre in allarme. Concentrato sui pericoli, tende a essere insicuro e proteggere oltre misura.
il bonsai: mai cresciuto e rimasto sempre piccolo e poco visibile. Più di apparenza che consistente sul piano formativo ed educativo, è in difficoltà nell’affrontare le responsabilità della funzione genitoriale.
lo Sherlock Holmes: non si accontenta facilmente di quello che fa, è sempre sulla traccia di qualcosa di nuovo da scoprire. Osserva e ascolta attentamente e sa calarsi nei panni degli altri con empatia. Un genitore esigente, ma non pretenzioso.
il ponte: quello che rappresenta la costruzione più difficile da realizzare perché deve collegare con equilibrio due sponde. Quello che dovrebbe fare un genitore sufficientemente buono, che riconosce a se stesso le sue responsabilità e la sua nobile funzione di accompagnare un figlio da un territorio all’altro.
La figura del genitore ponte introduce di fatto il tema della mediazione. Il libro, infatti, è costruito sull’idea che questo possa essere uno strumento di aiuto nelle situazioni problematiche dove, sul piano educativo, è utile evitare non tanto lo scontro, quanto un improduttivo e pericoloso braccio di ferro.
E non finisce qui.
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Prendere la decisione di avere un figlio è importante. È decidere di avere per sempre il tuo cuore in giro al di fuori del corpo.
(Elizabeth Stone)
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