Alcuni libri sono il giusto pretesto per raccontarci, attraverso la storia di personaggi frutto della fantasia, eventi realmente accaduti, ma spesso dimenticati dai più. È questo che fa Alberto Pizzi: narrare fatti di un passato crudele che tutti vorrebbero seppellire, intrecciandoli con l’ironia, la spensieratezza e i fatti di cronaca degli anni avvenire. Ambientato nel 1999, questo Giallo, ripercorre la storia del Lago Maggiore, sponda Piemontese, dai suoi anni difficili, quelli della seconda guerra mondiale, in particolare l’anno ’43 con l’arrivo delle SS tedesche a Baveno che segnò l’inizio del rastrellamento degli ebrei; agli anni più recenti, quelli di chi vuol dimenticare, chi ha scordato o mai saputo, o di chi invece ricorda benissimo.
La chiave di questo giallo è in ognuna delle storie dei suoi protagonisti, per cui l’autore costruisce caratteri e storie ben definiti, affiancandogli la giusta dose di mistero, la necessaria confusione che merita un romanzo giallo e il perfetto intervento dell’ironia, dosata in maniera a mio avviso corretta, proprio quando anche il lettore ha bisogno di sentirsi leggero e di deviare anch’egli solo per un attimo, dalle indagini. “Il compito” mischia ogni ingrediente con decisione e il risultato è un romanzo dalle tinte gialle che fa dello scrittore, una penna degna di questo genere.
Ma veniamo ai personaggi. Partiamo dal carattere poco paziente e deciso del maresciallo Calarco, passiamo dalla follia e dall’ironia inconsapevole del sottoposto Pallotta e arriviamo anche al collega di quest’ultimo, Franzoi, che con il suo inglese ostentato manda in bestia Calarco. I principali protagonisti delle forze dell’ordine, interagiscono perfettamente con possibili colpevoli e con aiuti esterni come il giornalista Marcello Forni. Un gioco di squadra capace di portare nella direzione giusta, se solo qualche depistaggio reale o presunto paranormale, non spingesse un po’ fuori binario. Insomma, uomini e donne che tentano di combinarsela a vicenda, fino all’inaspettato finale.
Ogni lettura ti cattura in maniera diversa, ogni personaggio sa dare un po’ di sé al lettore e spesso, qualcuno di loro, ci ricorda persone che intrecciano la loro quotidianità con la nostra, oppure, in casi poco rari, certe storie ce ne ricordano altre.
In questo lavoro il lettore non affronta solo l’indagine, ma la storia reale di un passato scomodo che noi abitanti del lago Maggiore ci portiamo come triste bagaglio.
Come disse lo stesso autore in un’intervista telefonica: “Questo libro è anche una scusa per parlare di fatti che la gente non conosce, ma che la riguardano.” Vero, ci riguardano e forse senza che lo sappiamo, ci hanno cambiato. Per non ripetere è necessario sapere.
E se un autore è in grado di raccontarci in un suo libro questo, senza però appesantire la lettura, allora per me ha vinto.
La vendetta si fa sentire, legata a doppio filo allo scomodo passato di chi vorrebbe dimenticare, ma non può. Ferite impossibile da rimarginare, gente che ruba la verità e la nasconde sotto macerie di bugie. La dedizione di un maresciallo che non si darà per vinto nemmeno di fronte alle stranezze di un’indagine che farà di tutto per essere intricata.
Ognuno di noi ha il suo personalissimo fantasma, ma in pochi riusciranno a guardarlo dritto negli occhi per poi lasciarlo andare via, finalmente libero.
(la Books Hunter Jessica)
Titolo: Il compito
Autore: Alberto Pizzi
Editore: Gilgamesh Edizioni
Genere: Giallo (collana Anunnaki)
Pagine: 352
Prezzo (Cartaceo): € 15,00 (scontato a € 10,50 sul sito dell’editore)
Prezzo (ebook): € 0,99
Trama:
Il Novecento è ormai agli sgoccioli, ma la Storia non ha saldato tutti i suoi conti. Non sulle sponde del Lago Maggiore dove, almeno per qualcuno, la guerra, l’occupazione nazista e la Shoah hanno prodotto ferite che ancora non si sono rimarginate: grattando sotto la cartolina di paesaggi idilliaci si scoprono allora tragedie che attendono con ansia il loro ultimo atto. Storie di persecuzioni, di cameratismo amorale, di processi che non fanno giustizia, che a distanza di molti anni producono nuove violenze, inganni e tradimenti. In questo groviglio apparentemente inestricabile di passato e presente si trova a indagare il commissario Calarco, intralciato nel suo difficile compito da testimoni bugiardi, da collaboratori inetti e perfino dai fantasmi. In questo giallo che, pur nella sua originalità, non perde di vista la lezione dei classici, emerge in tutta la sua umanità la figura del commissario Calarco, un “eroe della porta accanto” capace di imparare dai propri errori e di districarsi, grazie a un’inesauribile testardaggine, tra depistaggi e trappole.
L’autore:
Alberto Pizzi, nato a Ramate di Casale Corte Cerro (VB) nel 1954, è libero professionista nel settore finanziario.
Ha pubblicato i romanzi Quell’Hotel sull’oceano (2011) e Il segreto di Mila (2012), finalista al premio Giallostresa nell’edizione 2013. Suoi racconti sono compresi nelle raccolte Giallolago (2014), Delitti di Lago (2015) e Nuovi delitti di Lago (2016). Nel 2015 è stato finalista al premio Gialli sui Laghi.
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