Salone del libro: ballottaggio tra Torino e Milano

Non è la prima volta che gira questa voce, ma da un paio di giorni se ne parla più concretamente e esponenti e diretti interessati iniziano a prendere pubblicamente le loro posizioni.
L’offerta parte da Fiera Milano, in accordo con Federico Motta, nuovo presidente dell’Associazione Italiana Editori, che vorrebbero (di fatto) spostare Il Salone del Libro di Torino a Milano.
Sfavorevoli alla proposta sono le istituzioni: il ministro Dario Franceschini, la neo-sindaca di Torino Chiara Appendino, il suo predecessore Piero Fassino, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e l’assessore alla cultura Antonella Parigi.
Non solo rimanere a Torino perché il Salone ha portato lustro e risorse alla città, ma anche perchè è ormai riconosciuto a livello nazione come punto di riferimento di incontro con l’editoria, sulla quale si sta investendo anche con campagne e iniziative sul libro e la lettura.
Lo spiegano bene Chiamparino e la Parigi in un intervento:
“L’ormai trentennale storia del Salone del Libro ha reso Torino l’indiscusso punto di riferimento nazionale della promozione della letteratura e della valorizzazione dell’attività editoriale. Un patrimonio collettivo che ha trovato quest’anno un ulteriore consolidamento nell’ingresso, fra i partner della manifestazione, di Intesa Sanpaolo e di due ministeri, il Mibact e il Miur, a conferma di come non vi sia alcuna ragione per metterne in discussione la sede. Il Salone del Libro di Torino è un valore per Torino, per il Piemonte e per il Paese, su cui è piuttosto necessario lavorare congiuntamente per renderlo ancor più solido e condiviso, evitando la dispersione di energie e opportunità”.
Chiara la posizione di Franceschini  che ha già avviato la mediazione:

“A scanso di dubbi ed equivoci tengo comunque a ribadire che l’entrata del governo, attraverso Mibact e Miur, nel salone di Torino mantiene tutta la sua validità e conferma che la nostra intenzione, di cui ho parlato anche oggi con il ministro Giannini, è di investire sul salone di Torino e di rafforzarlo per quello che già è da anni, come punto di riferimento nazionale. Rispetto ovviamente l’autonomia degli editori ma sarebbe davvero utile che anche l’Aie convergesse su questa scelta. Sono proprio i primi segnali positivi del 2015/2016 sul mercato del libro, che dovrebbero spingere pubblico e privato a fare sistema, come stiamo peraltro già facendo in molte iniziative legate al libro e alla lettura”.


Nei prossimi giorni ne sapremo di più, dato che è previsto un incontro tra il ministro Franceschini e il presidente AIE Motta.

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  1. per quanto mi possa far piacere lo spostamento a Milano (che sarebbe molto più vicino a dove vivo) non vorrei che lo spostassero (anche se questo mi potrerebba a, probabilmente, rinunciare ad andarci) perchè ormai è riconosciuto a livello internzazionale come il salone del libro di Torino ed è una evento ha dato lustro ed importanza (e lo continua a fare) alla città di Torino.

    poi ammettiamolo… quanto sarebbe brutto il temine SalMi o SailMi?

    p.s.: voi cosa ne pensate?

  2. D'accordo con te Dario. Anche per noi sarebbe più vicino ma il Salone del Libro è a Torino e lì dovrebbe rimanere. È un punto di riferimento riconosciuto a livello nazionale. È parte della città di Torino.
    Poi davvero, SalMi non si può sentire… ahahahahha

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