“Inferno”: dal libro al film

Buongiorno lettori, oggi vi parliamo del film tratto dal libro omonimo di Dan Brown: “INFERNO”.
Siamo state al cinema a vederlo e che dire… spettacolare.
Naturalmente tra libro e film ci sono varie differenze, ma come ben sapete, concentrare più di 500 pagine in una pellicola che ruota attorno a due ore non è cosa semplice.

Tanto per cominciare a differenza del libro, la scena in cui Busoni, l’amico di Langdon, muore nel vicolo, non viene ripresa. Nulla di così deviante, però. E capirete che comunque ogni cosa riesce a filare senza che ci sia questa scena particolare.
Qualche “doppio” personaggio non esiste… ma anche in questo caso riteniamo che non ci siano scossoni nella trama a causa di tale scelta.
Anche la figura della dottoressa Sinskey subisce qualche variazione di sorta. Per esempio l’incontro con Langdon sarà del tutto differente da quello raccontato nel libro.
Inoltre la sorte che tocca al Rettore è molto diversa.
Ecco queste sono alcune differenze dal libro che, a nostro avviso, non intaccano la trama. Il film funziona e funziona anche con il finale alternativo.
Finale alternativo?
Ebbene, sì.
Tutta la parte finale è stata modificata. Probabilmente per far sì che ci fosse la chiusura del cerchio e che la storia ottenesse il suo punto.
Ve lo dobbiamo dire?
Beh, vi diciamo che Sienna non collaborerà con la Sinskey per contrastare l’effetto del virus che è ovviamente riuscito a uscire dalla sacca. Nel film le cose andranno in maniera del tutto differente, forse per buona pace di chi ama i lieto fine?
In ogni caso:
il libro sorprende proprio per il finale “tragico” che non ti aspetti, mentre il film, sorprende per il finale “lieto”.
Allora, mettiamoci d’accordo. Quale preferite?
A noi sono piaciute entrambe le versioni. Le esigenze cinematografiche sono sempre un tantino diverse dalle dinamiche più libere che leggiamo tra le pagine di un libro. 
Capiamo questa scelta di differenziare il finale perché non cambia la storia, non riesce ad alterare la maestria con cui è stata costruita dall’autore.
Le ambientazioni a Firenze e Venezia (anche se Venezia nel film si vive molto meno di Firenze), sono motivo di orgoglio.
E come sempre promosso anche il grande Tom Hanks.

LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE NON ANDATE A VEDERLO

Jess – Books Hunters Blog
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5 comments

    1. Esattamente così. Il bello del libro è proprio nella genialità del finale, il film perde completamente di qualsiasi inventiva!

  1. Ho avuto modo di vedere oggi il film.
    I libri di Dan Brown sono di una leggerezza impalpabile, inutili, ma piacevoli. Una accozzaglia di nozionistica per cittadini Usa e tanta azione. E tanti cliffanger. I Cliffanger, per chi non lo sapesse sono le chiusure dei capitoli in crescendo. Così il lettore non può non leggere il capitolo successivo. Questo conferisce alla lettura un ritmo forsennato e divertente. Questo fa anche si che un libro di Dan Brown si legge al massimo in due giorni. E così sono i libri di Dan Brown: carini, inoffensivi, adrenalici. Hanno un'altra caratteristica: mentre leggi il libro già ti vedi il film scorrere davanti. Il che li rende preticamente delle sceneggiature fatte e finite. Detto tutto questo Inferno è un libro "classicamente" browniano: semplice, veloce, pieno di nozioni per turisti stelle e strisce. A differenza, però, degli altri libri con Langdon aveva una differenza: una sorpresa, qualcosa di stupefacente: non c'era il lieto fine e soprattutto succedeva qualcosa che cambiava per sempre l'universo narrativo di Langdon: un virus rende sterile un terzo della popolazione mondiale. "Cazzo!" mi dissi, che scelta! Per la prima volta Brown aveva scritto qualcosa di realmente interessante.
    Ecco la recensione del film: l'unica cosa realmente affascinante che ha scritto Dan Brown è stata tolta dal film. Trama: tutti si inseguono per Firenze, Venezia e Istambul e alla fine i cattivi perdono e i buoni vincono. Riuscire a fare un film più inutile di un libro di Dan Brown era quasi impossibile: missione compiuta.

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