Ci spacchiamo l’anima con i sentimenti,
illudendoci che le delusioni prima o poi ci rendano insensibili.
Eppure ci ricadiamo:
non sappiamo fare diversamente.
Esserti d’aiuto a volte significa chiudere la porta a chiave. Privare gli altri di te. Renderti vuoto e non più spazio. Esserti d’aiuto significa smettere di chiedere, smettere di aspettarsi qualcosa dagli altri, qualcosa che in fondo, non dovresti mai arrivare a reclamare. Esserti d’aiuto a volte significa anche stare solo e, prima o poi, diventa un’abitudine. La solitudine comprende un solo biglietto.
A volte ci si stabilisce lì. Sola andata. Luogo sconosciuto. Sì, perché in quel luogo lì, un po’ ci si perde a cercare le strade, non si possono chiedere informazioni, non siamo turisti, siamo abitanti, condomini. Facciamo su e giù per scale mai lavate, passiamo per portinerie mai presidiate, cerchiamo della corrispondenza in una cassetta della posta inesistente.
“La solitudine è comoda, ti disabitua ai contatti umani, anche se la mia comfort zone è elastica quanto la pasta della pizza. Sono sempre pronta ad allargarla, per fare posto alle cose belle.”
Chi parla è Gioia.
Nella sua zona di comfort c’è vuoto adibito a spazio.
Gioia: una vita rotolando.
Gioia: una vita amando.
Il vuoto di Gioia arriva da lontano. La vita le ha dato parecchio filo da torcere, fra amori persi, mai avuti, attesi e figli mai arrivati, persi. Gioia è una di quelle donne che se le va a cercare, come direbbe qualcuno, ma a questo qualcuno dico che vivere significa aspettarsi di tutto.
Gioia è impantanata in quella fase della sua vita, dove si chiede se mai sarà una volta per tutte amata bene. Ma cosa ci vuole ad amare bene? È così complicato? Non è che prima o poi si finisce per dimenticarsi di come sia essere amati?
Gioia chiude e apre porte, quelle che la solitudine le ha fatto sbarrare, perché vuole l’esclusiva. Invece lei le apre nuovamente alla prima piccola scossa, perché in fondo è proprio questo che distingue le persone che sanno amare da quelle aride: la capacità di amare subito, nonostante tutto. Nonostante il male subito e i torti. Nonostante l’amore fallito e quello illuso.
Quando conosce Guido, Gioia apre. Inconsapevolmente, ma lo fa. Si innamora di se stessa perché con Guido si sente esattamente Gioia. È stanca degli amanti di passaggio, che non fanno altro che dare credito alla solitudine. Ha voglia di affidarsi.
Nonostante tutto, sì. Nonostante la vita da giornalista freelance sia una sveglia continua, una notte intera a scrivere, una vita sul lastrico, un Festival dopo l’altro, lo sfratto, il lavoro ad agosto, gli incontri con le amiche a parlare d’amore, lavoro e paure vere.
Ha voglia di abbandonarsi. Di farsi proteggere.
Ha voglia di innamorarsi. E succede. Perché Guido non fa nulla per impedirglielo, anzi, la guiderà a sé, esattamente come dice il suo nome. L’Artista, l’uomo che non deve chiedere, colui che viaggia attraverso il mondo, le farà ricordare come ci si sente quando il desiderio è implacabile perché viene dal cuore.
“Affidarsi è il più grande gesto d’amore che si possa fare per qualcuno.”
Ma Gioia non è tipo da imbattersi nelle relazioni semplici, per questo ha il cuore martoriato, il corpo che spesso ha bisogno di aiuto per riposare. La testa che non riesce a connettersi con la razionalità, il bisogno costante di sapersi viva.
Gioia lo sa che non sarà facile, perché conosce il suo stesso bagaglio, perché la sua vita è un casino già così, perché Guido è uno a cui la vita ha dato delle sicurezze che lei non ha, perché uno stalker le sta complicando la vita, perché Gioia è Gioia con i suoi difetti, il suo bisogno d’amore e le sue insicurezze e nessuno potrà eliminare il suo passato, ma potrà comunque decidere di ascoltarlo e accoglierlo nel loro NOI.
“La voglia di trattare bene gli esseri umani o ce l’hai o non ce l’hai…”
Gioia è convinta che l’amore sia una favola. Lei vuole una favola, ha deciso che non è più tempo di accontentarsi, di fare il “tappetino”.
È così sbagliato appendere il proprio cuore a questa aspettativa? No.
Ed è in questo modo un po’ travagliato che Gioia Lieve cercherà di scriversi la sua favola. Fra Milano e Napoli, fra una notte in bianco e l’altra a piangere, fra una chiacchierata con le amiche di sempre e un’intervista. Fra un treno e un biglietto dello stalker, fra un post sui social, una lista e mille domande.
Nessuno è capace di stare da solo.
Annarita Briganti ce lo racconta con la sua scrittura decisa, profonda, immersa totalmente nella realtà dei nostri giorni, della nostra Italia e in quelle che sono le nostre fratture sociali, le nostre paure interiori. Lo fa ascoltandosi e, avendo fatto tesoro di ogni incontro/scontro avvenuto nella sua vita reale, riesce a delineare ogni personaggio in maniera semplicemente naturale.
Tutti sanno cos’è l’amore,
ma nessuno saprà mai dargli una definizione.
La solitudine è un’arma che ci taglia il cuore in due, una pistola caricata a salve.
L’amore è una favola, ma dobbiamo prima saperne scrivere una.
Cominciamo dal volerci bene.
(la Books Hunter Jessica)
Titolo: L’amore è una favola
Autore: Annarita Briganti
Editore: Cairo Editore
Genere: Romanzo
Uscita: 21 ottobre 2015
Pagine: 192
Prezzo (cartaceo): € 13,00
ISBN: 978-88-6052-605-2
Prezzo (ebook): € 6,99
EAN-13 9788860526786
Trama:
Tutti sanno cos’è l’amore, ma nessuno, forse, sa comprenderlo totalmente. Perché l’amore non accetta definizioni: è un’esperienza che va vissuta fino in fondo.
Come fa #Gioia Lieve, la protagonista del nuovo romanzo di Annarita Briganti, che attraversa la vita e i sentimenti con la felicità e la leggerezza che il suo nome suggerisce, nei limiti del possibile. Gioia è una giornalista culturale freelance, ovvero precaria, e una scrittrice. Conosce Guido Giacometti, l’Artista, per un lavoro che inizialmente non voleva fare. Una delle sue più care amiche, Marcella, le chiede all’ultimo minuto di scrivere la prefazione al catalogo della mostra dell’Artista, Cuori Ribelli, che sarà inaugurata al Museo Madre di Napoli, il giorno di San Valentino.
E così Gioia incontra Giacometti, enfant prodige della scena artistica, nonché seduttore seriale. È amore a prima vista, ma un amore difficile e contrastato, che lei cerca di far crescere contro tutto e contro tutti. Tra presentazioni di libri, festival, vernissage e pranzi in riva al mare, seguiamo la loro storia, fino all’inatteso epilogo. Ambientato tra Milano e Napoli, tra Arte e Editoria, L’amore è una favola contiene anche una dura condanna della violenza contro le donne, che irrompe nella complicata esistenza della protagonista.
Un romanzo che parla della vita, per tutti quelli che hanno il coraggio di amare, lottare, sperare.
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L’autrice:
Annarita Briganti, giornalista culturale e scrittrice. Napoletana globetrotter, felicemente espatriata a Milano, scrive di libri su Repubblica e Donna Moderna, dove ha anche un blog. Si occupa di qualsiasi cosa abbia a che fare con la letteratura. Ama presentare i libri suoi e degli altri, collezionare libri autografati, fare fotografie, leggere, mangiare, bere e gli Artisti. La trovate su Twitter e Instagram – @annaritab72 –, su Facebook e ovunque ci sia connessione. Con Non chiedermi come sei nata (Cairo, 2014), il suo primo romanzo, una storia vera d’amore e fecondazione assistita, ha vinto il Premio Comoinrosa, ha girato l’Italia e lo sta portando a teatro. L’amore è una favola è il suo secondo romanzo, con la stessa protagonista, #Gioia
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