Buona domenica lettori e buona Pasqua. Ieri sera su Canale 5 è andata in onda la consueta puntata di Amici, condotta da Maria De Filippi. In conclusione di puntata c’è stato l’intervento di Roberto Saviano che ha parlato al pubblico in studio e a casa di cyberbullismo, infido in quanto il pericolo si annida nelle parole.
Decidiamo di raccontarvelo, perché le sue, sono state parole di grande valore.
Saviano sa che le parole hanno un peso, lo dimostra la sua storia, ne è testimonianza ciò che nei suoi libri ha raccontato in questi anni. “Il bullismo è sempre esistito, il cyberbullismo è un fenomeno più nuovo”, spiega lo scrittore. Questo secondo è più ampio, si sviluppa in fretta, perché il web ha un effetto moltiplicatore. A volte, sui social, si scrivono commenti con molta, troppa leggerezza, pensando che le parole siano aria.
Non è così,
Le parole possono avere un potere devastante.
Sull’onda di questo pensiero, Saviano cita la sua poetessa preferita, Anna Achmatova, parla di lei e della sua storia, con questa foto a far da sfondo al suo monologo:
Anna Achmatova (Bol’soj Fontan, 1889 – Mosca, 1966) scriveva poesie d’amore. Nel 1910 sposò Nikolaj Gumilëv dal quale ebbe il figlio Lev. Dopo la fucilazione del marito nel 1921, la produzione letteraria della Achmatova si interruppe a causa della censura del governo staliniano.
Su questo punto Saviano si sofferma: perché un governo avrebbe dovuto censurare parole che nulla avevano a che fare con la politica, con l’estremismo, con la sociologia? Perché censuravano parole d’amore?
Perché in un regime duro e controllato, chi deteneva il potere sapeva che l’amore è il più potente dei sentimenti, l’amore è libero. Non è controllabile. E quindi non va bene.
Il figlio Lev fu imprigionato fra il 1935 e il 1940 nel periodo delle grandi purghe staliniane. Come molte altre donne, la Achmatova si recava ogni giorno alla prigione, consegnando alle guardie piccole cose destinate al prigioniero, suo figlio appunto. Se il pacco veniva accettato, significava che il destinatario era ancora vivo. In uno di quei giorni d’angoscia, una donna la riconobbe e le chiese di raccontare in versi lo strazio che stavano vivendo, per condividere, per non sentirsi sole, per ricordare. Ma lei non poteva scrivere, poteva solo parlare, di nascosto. Perché la parole non si possono fermare. Fu così che altre donne si avvicinarono a lei e bramavano le sue parole, decidendo che ognuna di loro avrebbe imparato a memoria un brano della poetessa, perché le parole potessero correre senza fermarsi mai, senza il pericolo che cadessero nell’oblio. Solo grazie a queste donne e alla loro memoria, fu possibile la successiva pubblicazione, molto tempo dopo, della raccolta di queste poesie della Achmatova.
Saviano ha raccontato questa storia con grande sentimento e trasporto, per far capire quale sia il valore immenso delle parole. Ha poi letto un brano tratto dal suo libro preferito:
Titolo: Il silenzio dell’amore
Autore: Anna Achmatova
Editore: Biblioteca dei Leoni
Pagine: 128
Prezzo di copertina: € 14,00
Uscita: 31 ottobre 2014
Collana: Poesie
Lingua: Italiano
ISBN-13: 978-889861331
Saviano ha poi espresso un pensiero della tradizione ebraica che gli piace molto: “Quando la parola non l’hai pronunciata, sei tu a comandarla. Ma una volta che l’hai pronunciata, è lei a comandare te.”
Ha continuato: “Capita di arrabbiarsi e sentirsi offesi per un commento sui social, e si è tentati di rispondere a quella violenza con altrettanta violenza. Ma quando si arriva a capire quale è stato il prezzo da pagare per pronunciare parole libere, si capisce il valore da dare alle parole. Ogni volta che scriviamo e condividiamo sui social, come altrove, il nostro pensiero, dobbiamo sapere che essere aggressivi, caricare le parole di livore, significa sporcarle. Usare le parole significa, invece, imparare a vivere, e si impara a vivere imparando a parlare e ad amare, come fece Anna Achmatova”.
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