Recensione “Da dove la vita è perfetta” di Silvia Avallone

C’è un punto panoramico nell’immaginario di tutti noi,
un punto da dove la vita è perfetta.
Ci sono dei prima, dei dopo, dei se e dei forse, nella vita di ognuno di noi. Ci sono punti scoscesi, punti morti, punti di non ritorno. C’è una vita che corre e un’altra che, quella vita, la vede solo passare. Ci sono persone attaccate al loro presente, altre, che quel presente lo vogliono semplicemente cambiare, a tutti i costi, contro tutto, cadendo, piangendo, amando.
Ci sono Adele e Manuel e anche Zeno poi, ma anche prima. Ci sono Fabio e Dora subito, poi in trasparenza, quasi a scomparsa e poi tutti interi. Ci sono Jessica, le mamme, i papà a intermittenza. Ci sono la scuola, il dovere, la partita con la vita. E ci sono vite in arrivo, vite che ancora non sono nate, ma da cui parte tutto.
Adele irrimediabilmente incinta, Dora irreparabilmente sterile. Due vite che si interfacciano, si sfiorano senza nemmeno guardarsi veramente in faccia, solo un attimo nulla più. “Da dove la vita è perfetta” è tutto quello che manca e che riempie: un vuoto pieno.
La storia di Adele apre le porte al mondo che Silvia Avallone costruisce passo dopo passo, intrecciando storie apparentemente fuori dal comune, ma che in realtà ci somigliano talmente tanto da coglierci impreparati. Perché forse è proprio questo: non siamo preparati a certi scossoni, nemmeno se li abbiamo già provati. E allora quell’adolescente che si mostra al lettore a partire dalla stanza di un ospedale, mentre mette alla luce, sola, la creatura che porta in grembo, ci risulta un po’ scomoda, inizialmente. Pensi: sarà la solita storia. No, non è la solita storia, perché l’autrice ci sa fare con le parole, ci sa fare con i personaggi, ci sa raccontare. Quando incontri le motivazioni, capisci. Capisci che il mondo, ma forse più che quest’ultimo, le persone, sono luoghi imperfetti. Luoghi da cui spesso vuoi scappare.
Da questa storia però è complicato uscirne. Adele ti fa conoscere il dopo subito, il prima dopo. E allora tutto si collega ed ecco che intorno a lei c’è Manuel, il suo ragazzo, padre della creatura, colui che vuole esser tutto e sceglie la strada peggiore per farlo. C’è Zeno, l’intelligente, capace, rinchiuso, attento, scrittore, lettore, innamorato Zeno. Ci sono le madri, le imperfette, lavoratrici, a volte rotte, distrutte madri. E padri che tornano, ma facevano meglio a non tornare.
Ma perché la storia di Adele si trova nello stesso spazio con quella di Fabio e Dora? Perché sono tutte persone imperfette? Anche, sì. Chi non lo è. O forse perché non è un caso che Dora non possa avere figli mentre l’adolescente Adele sì. Dora a cui nel frattempo si sfalda la vita, la ragione, che è pronta a tutto per un figlio, mentre Fabio perde la strada, lui che l’ama, ma che forse ha finito la prospettiva che li vede insieme. Incapaci di dirsi basta, incapaci di arrendersi, ma già resi. E Dora cosa c’entra con Zeno? Zeno che ama la letteratura, che vuole uscire da quel quartiere, quello abitato da gente senza soldi, senza futuro, lo stesso di Adele, di Jessica, di quelle madri, di sua madre, a cui deve fare da madrepadre e non da figlio. Zeno che passa il tempo sulle parole, a costruire il mondo di Adele su pagine di computer, sognando un giorno di toccarla quella vita, di farne parte, sognando di studiare altrove, forse con un’altra vita da inventare. Più bella, libera.

Silvia Avallone traccia sentieri, illumina il buio e oscura certezze. Una scrittura che spacca, un linguaggio senza restrizioni. Sono ruote di parole che sanno dove andare a colpire. Mi piace la sua narrazione che spiazza, rompe e costruisce più in là. Usa quello che piace a me: la scrittura che accende il pensiero, la riflessione, la voglia di prendere le vite che ci circondano e smembrarle per vedere di cosa sono fatte davvero. Sono colpita. Amo i personaggi, mi sono rimasti appiccicati addosso e forse, per noi lettori, è esattamente questo “da dove la vita è perfetta”.
(La Books Hunter Jessica)
Titolo: Da dove la vita è perfetta
Autore: Silvia Avallone
Editore: Rizzoli
Genere: Romanzo
Uscita: 30 marzo 2017
Pagine: 384
Prezzo (cartaceo): € 19,00
ISBN: 9788817093538
Prezzo (ebook): € 9,99
EAN-13: 9788858688908

Trama:
C’è un quartiere vicino alla città ma lontano dal centro, con molte strade e nessuna via d’uscita. C’è una ragazzina di nome Adele, che non si aspettava nulla dalla vita, e invece la vita le regala una decisione irreparabile. C’è Manuel, che per un pezzetto di mondo placcato oro è disposto a tutto ma sembra nato per perdere. Ci sono Dora e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel “quasi” è una frattura divaricata dal desiderio di un figlio. E poi c’è Zeno, che dei desideri ha già imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni. Questa è la loro storia, d’amore e di abbandono, di genitori visti dai figli, che poi è l’unico modo di guardarli. Un intreccio di attese, scelte e rinunce che si sfiorano e illuminano il senso più profondo dell’essere madri, padri e figli. Eternamente in lotta, eternamente in cerca di un luogo sicuro dove basta stare fermi per essere altrove.Silvia Avallone ha parole come sentieri allungati oltre un orizzonte che davamo per scontato. Fa deflagrare la potenza di fuoco dell’età in cui tutto accade, la forza del destino che insegue chi vorrebbe solo essere diverso. Apre finestre, prende i dettagli della memoria e ne fa mosaici. Sedetevi con lei su una panchina e guardate lontano, per scoprire che un posto da dove la vita è perfetta, forse, esiste.

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L’autrice:
Silvia Avallone è nata a Biella nel 1984 e vive a Bologna. Per Rizzoli ha pubblicato Acciaio (2010), da cui è stato tratto l’omonimo film, e Marina Bellezza (2013). I suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo.

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