SpazioEsordienti: “La miglior cena della mia vita” di Giuseppe Zolli – Amazon Publishing

Nel panorama letterario italiano si affacciano nomi e volti nuovi: il nostro Spazio Esordienti vi presenta Giuseppe Zolli, che con Amazon Publishing ha pubblicato La miglior cena della mia vita, primo libro della serie (Dis)avventure ai confini dell’Universo.
“La miglior cena della mia vita” di Giuseppe Zolli
Theofilus Pilas lavora per la rivista “Sbrizzi e sberleffi”, una delle riviste più lette di tutta la galassia, e il suo compito consiste nello scrivere articoli e recensioni su locali e ristoranti alla moda. A causa di un pezzo non molto riuscito, è costretto, per punizione, a scrivere un articolo sul locale più alla moda, più esclusivo e, soprattutto, più inaccessibile che esista: il ristorante “Ai confini dell’Universo”. È così che, armato del suo blocco-note e del suo caratteristico cappello marrone da cowboy, Pilas inizia un viaggio a bordo della sua Nimbus 9000, che lo porterà in giro per tutta la galassia, affrontando pirati spaziali, vecchi amici, e perfino solitari vecchietti amanti del tè.

Titolo: La miglior cena della mia vita
Autore: Giuseppe Zolli
Editore: Amazon Publishing
Pagine: 136
Prezzo di copertina: € 3,99 – ebook € 0,99
Uscita: dicembre 2017
ISBN: 978-1976720574

Giuseppe Zolli – Biografia
Giuseppe Zolli è nato a Potenza, Italia, nel 1987. Laureato in ingegneria informatica, si è sempre dedicato alla scrittura di racconti brevi a tema fantastico e di fantascienza, arrivando, nel 2009, alla pubblicazione del suo primo libro con la defunta casa editrice “Boopen”. Nello stesso anno ha partecipato alla terza edizione del “Premio Oltrecosmo”. Quasi nove anni dopo, nel dicembre del 2017, ha pubblicato “La miglior cena della mia vita”, che rappresenta il primo libro della serie “(Dis)avventure ai confini dell’Universo”, una nuova collana di racconti brevi, ispirati allo stile del maestro Douglas Adams.
Il lampo di luce si dissolse in un’ultima, caleidoscopica esplosione. L’immensa stazione a forma di imbuto rovesciato comparve dinanzi ai suoi occhi, e più si avvicinava più le sue dimensioni crescevano a dismisura, proprio come accade ai palloncini quando li si gonfia soffiandoci dentro. La Nimbus 9000 si diresse verso la piazzola d’atterraggio, ma trovare un parcheggio si rivelò molto più faticoso del previsto. Dopo svariati sorvoli, finalmente avvistò una coppia dirigersi verso la propria vettura. “Era ora!”, esclamò sospirando. Non appena il posto si liberò, vi si diresse come un cane quando corre verso l’osso, pronto a ringhiare letteralmente contro chiunque avesse osato soffiarglielo. Una volta che ebbe parcheggiato, spense le turbine del motore a impulso e scese dalla vettura, portando con sé il suo indispensabile blocco note e l’immancabile cappello marrone da cowboy. “E menomale che era un locale poco frequentato…”, disse fra sé e sé mentre si avviava verso l’entrata.

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