Recensione “Le memorie di una gatta” di Lodovica San Guedoro

Lodovica San Guedoro usa un punto di vista particolare per la sua storia: quello di una gatta.

Quello che fa Lodovica San Guedoro somiglia alla furbizia felina. Prende una gatta e gli affida i suoi pensieri, ciò che è stato. Peccato che a volte la donna sostituiva del tutto il gatto.

Chissà, magari quello era l’intento: confondere il lettore, fargli scambiare acqua per latte; forse però era un ruolo troppo complicato per un gatto. Le vicende umane lo sono sempre per un animale.

Muzzi, oltre a essere colei che traccia passo dopo passo i cambiamenti che avvengono nella vita dei suoi umani, riportandone anche alcuni dialoghi, conduce la tipica routine dei felini, cosa che farà anche con Pio che arriverà successivamente e che per lei diverrà un fratellino minore.

La loro mamma umana è una scrittrice, lo si capirà più avanti quando cominceranno ad avvenire dei cambiamenti drastici, quando le assenze non si conteranno più. Ed ecco che il lettore comincerà a darsi qualche spiegazione su dove l’autrice vuole andare a parare.

Per me, la narrazione fino a qui poteva anche considerarsi un po’ noiosa, non si riusciva a venirne fuori, poi da un certo punto si riescono a trovare non solo le motivazioni che spingono la costruzione del romanzo in tal senso, ma anche qualche considerazione reale sullo stato delle cose; qui mi riallaccio al discorso che vi facevo inizialmente: il ruolo della gatta che in certe situazioni regge poco, finendo per dare voce all’autrice, anche perché in fin dei conti… NO spoiler!

Le considerazioni sulla scrittura e sul mondo dell’editoria sono la chiave del romanzo, la sua vita stessa. Ormai si sa che scrivere, per chi vuole essere pubblicato, è un temibile salto nel buio, una risposta che mai arriva, insieme alla frustrazione per una presentazione piena di sedie vuote. E questo libro è una sentita descrizione di tutto quel percorso tortuoso che si para davanti a uno scrittore in erba.

Non solo, racconta poi di quella perseveranza, che ce l’hai o non ce l’hai. L’essere testardo che ti porta ovunque, nonostante l’inaccessibilità delle case editrici e di certi lettori e circoli letterari, ma lo fa con uno stile che mi è risultato privo di quell’enfasi atta a coinvolgere il lettore, a lasciargli il segno, a dirgli che sì, è difficile ma ce la si può fare.

In conclusione, possiamo dire quel che è certo: l’amore per ciò in cui si crede, può sopravvivere ai no della gente; i cambiamenti sono duri, ma spesso necessari. E senza dubbio, le vicende della gatta/autrice e di tutto il teatro che c’è dietro, fanno pensare.

(la Books Hunter Jessica)

Le memorie di una gatta di Lodovica San Guedoro

Titolo: Le memorie di una gatta
Autrice: Lodovica San Guedoro
Editore: Felix Krull Editore
Genere: Narrativa
Cartaceo: € 14,93 / Ebook: € 7,00
Pagine: 290
Uscita: ottobre 2018

Quello che vedete è un libro che mai avrebbe potuto essere scritto da una cane. Perché il fedele amico dell’uomo (o della donna) saprà forse proteggere la casa, fiutare le tracce di una volpe oppure riportare un bastone gettato lontano – ma, proprio per questa sua attitudine ad obbedire ed eseguire, gli vengono a mancare quell’indipendenza e quell’autosufficienza, ma sì anche quella sovranità, che rendono possibile l’atto creativo.

Noi gatti, invece, oltre ad affezionarci ad un essere umano al punto di gioire e soffrire intensamente con lui, sappiamo anche come mantenere la freddezza e la distanza che ci vogliono per dare forma alla materia. Questo è pure il parere di mia madre, la scrittrice San Guedoro, che non a caso compare spesso nelle mie memorie…

Le memorie di una gatta
La nostra foto IG dedicata a “Le memorie di una gatta”
Ricordiamo che il romanzo era fra i 57 titoli proposti dagli amici della domenica per la candidatura allo Strega 2019. Le memorie di una gatta era stato appunto proposto da Pietro Gibellini.
Lodovica San Guedoro
Lodovica San Guedoro

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