Benedetta Cibrario, vincitrice con Rossovermiglio del Premio Campiello 2008, è ora nella cinquina del Premio Strega con “Il rumore del mondo”.
Benedetta Cibrario, non solo mette tutto ciò che sa, ma aggiunge ciò che ha vissuto e quello che ha imparato per meglio delineare i personaggi e il tempo di questa storia. Posso tranquillamente dire che ha fatto un lavoro sublime.
La storia di Anne Bacon s’impenna fin da subito. Siamo nel 1838. Le prime pagine raccontano di una giovane bellissima sposa che si ammala di vaiolo, a metà strada fra la sua ormai vecchia vita e quella nuova che la vedrà cambiare radicalmente ogni cosa. Da Londra a Torino sola andata. Anne guarisce, ma guardandosi allo specchio si rende conto di non riconoscere se stessa; le cicatrici sembrano aver cristallizzato sul suo viso una persone che non è lei.
Inevitabilmente il pensiero corre a Prospero, il ragazzo bellissimo suo sposo. Mostrarsi a lui così deturpata le mette paura. Teme di non essere accettata, teme gli sguardi di tutte quelle nuove persone che a breve dovranno entrare a far parte della sua vita.
Eppure, Anne Bacon è figlia di un mercante di seta, uno che le ha insegnato a non arrendersi, perché lui, ormai uomo ricco, mai lo ha fatto. Ed è sempre lui, che dopo aver perso la moglie, ha affiancato a lei e a Grace, sua sorella, Miss Jenkins, Eliza e la signora Manners, tre grandi donne, per farsi aiutare nell’intento di crescere al meglio due bambine orfane di madre. Per questo Anne non scapperà. Arriverà a Torino e avrà davanti a sé una strada lunga, ripida e dissestata.
Niente di quello che immaginava per il suo futuro avverrà a Torino; non un matrimonio da favola di certo; tanto meno un suocero, Casimiro, pronto ad accettarla, troppo conservatore e pieno di preconcetti sugli stranieri, sui mercanti. La salvano le parole, quelle che stende giorno dopo giorno su carta e affida ad altre mani affinché possano arrivare a suo padre, Huntley Bacon, a Grace.
Pian piano che le persone prenderanno altre strade, la sua corrispondenza si farà più piena. C’è tanto da dire, da sapere, molte cose che meritano sfogo, perché non marciscano dentro, anche quando sono camuffate, rigirate, non proprio dette.
Anne è un personaggio forte. Una giovane donna che sa tutto di seta, di torcitura e filatoi. Una donna che presto farà parlar di sé e per questo da allontanare. Casimiro pensa che è meglio relegarla al Mandrone, loro proprietà di campagna. Anne si adatta presto, pur capendo che mandarla laggiù non è di certo un regalo.
Nemmeno Casimiro poteva immaginare di avere una nuora tanto intelligente e pronta addirittura ad accettare una simile sfida. Il loro rapporto cambierà totalmente e lui imparerà presto a provare per lei una fierezza tale da fargli perdere fiducia nel figlio, che fa di tutto per non condurre una vita matrimoniale degna di questo nome.
“L’estrema metamorfosi dell’amore non è il dolore; è la sua assenza.”
Il rumore del mondo
“Il rumore del mondo” narra così tante cose e si intreccia così bene, che ci vorrebbero pagine e pagine di recensione per rendergli merito. Alcune cose però ve le voglio dire: questa è sì una bellissima storia di due famiglie; una palesemente aristocratica e l’altra di gente che muovendo ingegno e mani, ha saputo costruirsi una fortuna.
È anche una storia che assume così bene i connotati del tempo in cui è ambientata, da insegnarci qualcosa. L’industria, la politica, l’economia, alcuni dei personaggi del tempo. Io li ho cercati in internet, ho voluto vederne i volti. Benedetta Cibrario ha scritto un romanzo storico, in cui un lettore può trovare ricchezza narrativa.
Theresa Manners è il viaggiatore che ognuno di noi dovrebbe o vorrebbe essere. Ha un carisma invidiabile. Eliza, la cameriera, che seguirà in questa nuova vita Anne, a un certo punto si rende conto di cosa ha bisogno: dell’amore. Lo trova e cambia anche lei radicalmente ogni cosa in favore di quella felicità di cui si rende conto, ha sentito una mancanza da toglierle il fiato. Miss Jenkins, istitutrice delle ragazze Bacon, che non solo ha insegnato le materie principali, ma anche quelle che riguardano la vita e la quotidianità, facendole appassionare alla lettura dei giornali, all’informazione quindi, ma anche insegnando loro i nomi di alberi e fiori in inglese e latino. Le ha portate per teatri e concerti; ha mostrato loro la vita fuori di casa.
Questo libro passa attraverso un intero decennio di storia, senza mai perdere colpi. Si porta il lettore con sé, sempre. Non vi fate spaventare da tutte quelle pagine, perché vi voleranno via in un soffio, sarà come guardare un film. Vi lascerà la piacevole sensazione di aver letto la storia giusta, di aver partecipato.
Rileggo questa recensione e so perfettamente che potrei darvi più informazioni sul romanzo, potrei dirvi di più su quello che accade a Anne, a Casimiro, sulla vita parallela condotta da Prospero, su quello che non viene detto ma si sa. E ancora su Enrico Verra e la grande impresa in cui coinvolge Casimiro e di riflesso Anne, che soffocherà il suo cuore, fin troppo rispettosa dell’uomo che ha sposato. Potrei, forse inconsciamente l’ho fatto, ma non lo farò del tutto.
È un rischio scrivere una recensione di un romanzo tanto amato. Benedetta Cibrario non solo scrive bene, è vicina a uno stile narrativo che adagiato nella storia passata, mi fa letteralmente gioire. Fa rumore. Sì, si schianta fin dentro al cuore e ci rimane.
(la Books Hunter Jessica)

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Benedetta Cibrario è nata a Firenze nel 1962, da padre torinese e madre napoletana. Vive a Londra. Nel 2007 esordisce con il romanzo Rossovermiglio (Feltrinelli, premio Campiello 2008). Rossovermiglio viene tradotto e pubblicato in diversi paesi, tra cui la Germania, l’Olanda, il Portogallo, la Grecia. Nel 2009 esce Sotto cieli noncuranti (Feltrinelli, premio Rapallo Carige 2010) e, successivamente, Lo Scurnuso (Feltrinelli, 2011).
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