Diciamoci la verità, tra autori e blogger a volte è amore. Altre volte invece è solo un calesse.
Non c’è che dire, certe riflessioni nascono spontanee, si formano nell’inconscio con l’esperienza e poi sbottano in superficie e diventano incontenibili. Vanno dette, riferite, scritte. Devono trovare un posto nel mondo.
Parliamo di autori che chiedono le recensioni ai blogger.
Prima di tutto, diciamo che questo è bene. Perlomeno a noi, fa piacere. Tralasciamo il modo in cui avvengono certi contatti e certi approcci (per questo argomento ci vorrebbe un altro editoriale dedicato), concentriamoci sul perché.
Diamo per scontato che un autore abbia quantomeno visitato il blog, capito come i blogger che lo gestiscono scrivano le loro recensioni e abbia quindi deciso di chiedere un parere sul proprio lavoro. Il blogger accetta volentieri e molto gentilmente l’autore invia il libro, non importa che sia ebook o cartaceo, è sempre e comunque un gesto apprezzato (i libri hanno un costo non indifferente e quindi il blogger è consapevole dello sforzo dell’autore). Su questo punto apriamo una piccola parentesi: quando il blogger rifiuta di leggere un libro che gli viene proposto, non è necessariamente uno snob spocchioso, ma semplicemente può avere delle letture in coda e poco tempo a disposizione (anche se leggere è una grande passione, resta appunto una passione).

Torniamo al perché. Il blogger, che comunque tanti e tanti libri se li compra, quindi non è per forza uno scroccone, accetta di leggere quell’autore e si dice: “Ma sì, proviamo, la trama mi intriga” (oppure “la cover mi piace”, o “mi piace il modo in cui si è approcciato a me”, o “sono curioso”, oppure “è stato carino a chiedermelo e io lo leggo volentieri”).
Il blogger legge il libro e ne fa la recensione. Poniamo il caso che essa sia positiva (su quelle negative si dovrebbe aprire un nuovo capitolo). Il blogger la pubblica, la condivide sui canali social e porta a conoscenza l’autore della propria opinione. La risposta è: il silenzio.
“Ma perché?” si domanda il blogger.
“L’autore mi ha contattato, ha chiesto la mia opinione, mi ha mandato il libro, che peraltro non era male e ne ho fatto una recensione che ne parla bene. Perché tace?”. Non un commento, non un cenno, né pubblicamente, né tantomeno privatamente. Non un like, non una condivisione, non una mail. Ora, al blogger è andata bene comunque, perché ha letto un libro e ne ha tratto soddisfazione. Ma l’autore? Perché prendersi il disturbo di spendere tempo e soldi per poi non farsene niente del risultato ottenuto? Se la recensione è obiettiva, positiva e scritta bene, perché non “sfruttarla” per farsi conoscere meglio? E perché, dato che il blogger ha ringraziato per il contatto e per il libro, l’autore non scrive un semplice grazie?
Certo, se sono le CE o le agenzie a chiedere la recensione, l’autore non è tenuto a ringraziare, non è lui direttamente che l’ha chiesta e quindi non lo si pretende, nulla è dovuto. Ma se è egli stesso a fare tutto, perché poi sparire nel nulla? E, badate bene, non stiamo parlando di un caso isolato, per cui potrebbero essere successe mille cose a nostra insaputa. Parliamo di un certo numero di casi che ci sono capitati e che ci lasciano perplesse.
E restiamo con un “Boh!” o un “Mah” sospesi nell’aria.
Di contro, e questo va assolutamente detto, ci sono esperienze che riempiono il cuore di gioia. A volte, ci sono autori che inaspettatamente, anche senza che ci sia stato un contatto in precedenza, di fronte a una recensione, salutano, ringraziano, commentano, pubblicamente o privatamente. E fa piacere. Tanto. Perché anche questo è un modo di condividere una passione, parlare e confrontarci su qualcosa che amiamo, la letteratura e tutto il suo mondo. Sennò, non avrebbe senso avere un blog. E prima che qualcuno lo possa pensare, no, i blogger non fanno i blogger per i like, per i consensi, per i grazie. Lo fanno perché è bello, altrimenti sarebbero poco sani di mente. È impegnativo? Sì certo! Come tutte le cose, se vuoi farlo bene, ci devi investire le tue migliori risorse. Ma è bello così, è bello perché fare le cose insieme arricchisce tutti.
Abbiamo parlato di autori e blogger, genericamente, e forse non abbiamo espresso il pensiero delle intere categorie citate. Ma di sicuro è il nostro.
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