Ritanna Armeni si cimenta nell’impresa di raccontare la storia di una ragazza fascista. Non è semplice e non è una scelta popolare. Eppure il risultato è illuminante.
Mara ha tredici anni quando inizia questa storia, vive a Roma e sono gli anni ’20. Il periodo è fecondo per il fascismo, il regime si impone, coinvolge. E ammalia, soprattutto le donne. Queste ultime vengono esaltate nel loro ruolo familiare e sociale. Il Duce si rivolge a loro dal balcone di Piazza Venezia, attraverso la radio e i comunicati.
Mara, insieme a Nadia, sua vicina di casa e migliore amica, non sono indifferenti a questa sorta di richiamo. Sentono un senso di appartenenza profondo al credo del fascismo, lo vivono come un’opportunità. Aspettano con trepidazione di ascoltare i comunicati alla radio, anche insieme a Giulio, fratello di Nadia.
Insieme ascoltano le parole del Duce, senza perdersi una parola. Poi insieme le commentano, si fanno forza e rinvigoriscono le loro convinzioni.
Nadia è quella più appassionata, vive per la sua amata Patria, pende dalle labbra del Duce. Quando lui parla dal suo balcone, per loro è una festa, si preparano con cura e corrono verso la piazza armate di una fede incrollabile, pronte a obbedire.
Nadia e Mara non sono fasciste come tante altre donne, che lo sono per convenienza politica o sociale, o perché lo è la loro famiglia. Loro sono fasciste convinte, vedono la potenza, il controllo, la supremazia, come bene assoluto per il Paese intero.
Il tempo passa e il periodo idilliaco del fascismo inizia a vacillare e a mostrare aspetti sociali un po’ meno gloriosi. Le donne iniziano ad accorgersi che molti di quei valori decantati dal regime, altro non erano che imposizioni mascherate da lusinghe. Arrivano i divieti, le imposizioni, inizia a emergere la verità delle intenzioni. Arriva la guerra e con essa la fame, il disagio, la paura. Mara inizia a barcollare sulle fondamenta ormai precarie del suo credo politico, il seme del dubbio germoglia impetuoso nella sua coscienza. Invece Nadia ne è immune, sempre granitica nei suoi ideali fascisti.
Tutto cambia l’8 settembre del 1943 con il proclama d’armistizio di Badoglio. Una data che segna il destino di molte vite. Mara osserverà con nuovo senso critico lo svilupparsi degli eventi storici, Nadia terrà alta la sua bandiera fascista. Entrambe perderanno molto.
Ritanna Armeni sceglie di dare voce a un femminismo emergente negli anni tra i più difficili del nostro Paese, lo fa con schiettezza attraverso personaggi semplici e comuni. Non intraprende la strada più semplice del racconto di eroi al servizio della storia, piuttosto preferisce creare protagonisti che possano essere più possibile vicini al lettore. Sceglie di raccontare la vita e la coscienza di chi “sta dalla parte sbagliata” e ci sta con convinzione. Non a caso sceglie di collocare Mara e Nadia a Roma, in un palazzo a pochi passi da Piazza Venezia, da dove il Duce trainava la sua folla adorante in deliri di gloria e supremazia.
Apprezzabilissima anche la scelta di una doppia narrazione: i sentimenti di Mara si alternano a quelli dell’autrice, voce riferente di una Storia osservata anche da un punto di vista politico addirittura opposto.
Un libro illuminante, capace di scuotere il torpore in cui a volte si rifugia la coscienza.
(La Books Hunter Barbara)

Titolo: Mara. Una donna del Novecento
Autore: Ritanna Armeni
Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 304
Prezzo di copertina: € 16,80 – ebook € 9,99
Uscita: 13 febbraio 2020
ISBN: 978-8833313146
“Ritanna Armeni sovverte il nostro immaginario sull’emancipazione femminile attraverso la voce limpida e contraddittoria di Mara, una ragazza del Ventennio” – Rosella Postorino
So, e ne sono convinta, che esiste una Storia delle donne che si incontra, si intreccia con quella generale dei popoli, che può essere dipendente ma non coincide mai con essa. Spesso è dimenticata e va cercata, abbandonando i luoghi comuni, le certezze costruite, non cancellando ma mettendo da parte la Storia che ci hanno insegnato, e anche la nostra personale vicenda di vita. L’ho fatto e ho incontrato Mara”
Ritanna Armeni
Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un’amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l’elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone.
Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite.
Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani.

Ritanna Armeni
Giornalista e scrittrice. Ha lavorato come caporedattrice al periodico «Noi donne», poi a «il manifesto» e nella redazione di «l’Unità», a «Rinascita» e, ancora, opinionista sul quotidiano «Il Riformista». Nel 1998 è diventata portavoce dell’allora segretario di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, del quale ha curato, con Rina Gagliardi, il volume Devi augurarti che la strada sia lunga (Ponte alle Grazie 2009). È stata per tre anni conduttrice di “Otto e mezzo” insieme a Giuliano Ferrara. Ha pubblicato Di questo amore non si deve sapere (Ponte alle Grazie 2015), vincitore del Premio Comisso. Tra gli altri suoi titoli usciti sempre con Ponte alle Grazie: La colpa delle donne (2006), Prime donne. Perché in politica non c’è spazio per il secondo sesso (2008), Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte (2018). Mara. Una donna del Novecento (2020).