L’apostrofo nel bicchiere racconta le vite di Enrico e Frida. Non si sono mai incontrati, lo faranno.
L’apostrofo nel bicchiere mira al coraggio, quello che a volte ci manca. La forza di affrontare i nostri dolori, al fine di rinascere e riprenderci la nostra vita.
Frida riemerge da un periodo difficile: la perdita dell’amore della sua vita. C’è qualcosa che la tiene legata lì, dove è accaduta quella tragedia e che non le permette di andare avanti.
Nella vita di Frida però ci sono persone che la spronano, ognuna a suo modo, a uscire dal guscio, a mostrarsi per ciò che è. A credere in se stessa. Ad andare avanti.
Enrico nella storia viene delineato meno approfonditamente. A un certo punto appare e resta, divenendo un personaggio principale.
È uno di quegli uomini difficili da identificare ma che quando cambiano lo fanno da un momento all’altro, o forse è meglio dire, da uno sguardo all’altro.
L’apostrofo nel bicchiere, è una lettura, a mio parere un po’ lenta nel manifestare la sua essenza. Il lettore passa da diverse situazioni e luoghi, ma aspetta a lungo prima di imbattersi in quello che poi è ciò che si aspetta. È come se l’autrice volesse tenerlo in sospeso, rischiando moltissimo di perderlo. O forse è una scelta dettata da altro.
Personalmente penso di aver atteso troppo prima che qualcosa accadesse; prima che il libro prendesse senso. Apprezzabile comunque il messaggio sul coraggio di andare avanti, di continuare la propria vita nonostante tutto; di investire in se stessi nei momenti difficili più che mai. Questo messaggio, per me, è un punto a favore di questa lettura, al di là della scelta nella costruzione narrativa.
(la Books Hunter Jessica)

Titolo: L’apostrofo nel bicchiere
Autrice: Chiara Natalie Focacci
Editore: Il seme bianco
Genere: Romanzo
Cartaceo: € 11,90
Pagine: 199
Uscita: 12 novembre 2019
“L’apostrofo nel bicchiere” racconta l’intersecarsi di due storie che fanno della normalità della vita qualcosa di straordinario.
A farci sorridere e commuovere ci sono Frida, un’instancabile sognatrice che della sua sensibilità e curiosità ha fatto un mantra, ed Enrico, che per fare spazio a un po’ di amore è riuscito a lasciare alle spalle il suo cinico pragmatismo.
E mentre Frida osserva, fotografa e infine approda al lavoro dei sogni, accompagnata da una bicicletta rosso fuoco e da un vicino di altri tempi, qualche isolato più in là emerge uno spirito introverso, perso nei libri e negli incontri fortuiti, che soltanto un’amicizia appena nata potrà riscuotere.

Chiara Natalie Focacci nasce a Hall, in Austria, e si divide tra la cultura italiana e quella austriaca. Inizia i suoi studi di economia a Bologna, affiancandoli a esperienze in teatro e a corsi di fotografia; termina il suo master in storia a Oxford; e nel 2017 inizia il suo dottorato, alla ricerca di soluzioni contro la disoccupazione giovanile. Parla inglese, francese, e tedesco, e ha un debole per i ricordi.