Cecilia Maria Giampaoli decide di percorrere la sua personale e intima strada con il lettore. Lo fa entrare nei suoi pensieri, si condivide. È un tuffo nel passato, dolorosissimo e lucido.
Cecilia Maria Giampaoli perse suo padre nell’incidente aereo delle Azzorre. Correva l’anno 1989, era febbraio. Aveva solo sei anni, quando improvvisamente si rende conto, per quanto possa rendersi conto una bambina, che qualcosa, qualcuno, un evento o chissà quale immane ingiustizia, le ha portato via per sempre un pezzo di sé.
Questa è sì una storia vera, ma è anche la narrazione attraverso la quale una figlia cerca la verità; quella che serve a chiunque abbia perso una persona cara in eventi tragici, insensati, per poi concedersi finalmente una tregua. Non che il pensiero possa del tutto svanire, o la crepa rinsaldarsi, o il dolore allentare la sua morsa, ma si spera che almeno il cuore riesca in qualche modo a placarsi un poco.
Azzorre è un diario, sì. Però non si presenta come tale. Ha la lucidità di non dimenticarsi a chi si rivolge. Testimonianze, persone, luoghi, case, dialoghi. Ogni cosa viene naturale, senza forzature. La ricerca della verità sull’incidente aereo, a tratti lascia spazio anche ad altri sentimenti, rendendo ogni pagina leggera, seppur ogni riga sia un piccolo macigno (ossimoro voluto), sul cuore della protagonista.
Credo che questo libro, pur non essendo qualcosa di completamente nuovo o mai visto, possa comunque rappresentare molto bene il modo in cui “si mettono insieme i pezzi”. È quello che si fa quando si è troppo piccoli per ricordare o essere informati su tutto. È quello che si fa quando si è troppo grandi per accettare, ma poi si accetta perché è così che si cresce.
Azzorre è un luogo incontaminato, un libro da leggere. Una tragedia da ricordare.
(la Books Hunter Jessica)

Titolo: Azzorre
Autrice: Cecilia Maria Giampaoli
Editore: Neo Edizioni
Genere: Romanzo
Cartaceo: € 14,00
Pagine: 162
Uscita: 19 giugno 2020
L’8 febbraio del 1989 un aereo partito da Bergamo, con 144 persone a bordo, si schianta su una montagna delle isole Azzorre. Una bambina di sei anni perde il padre nel disastro. Venticinque anni dopo la stessa bambina decide di partire per l’arcipelago portoghese.
“Azzorre “è il viaggio di quella bambina ormai donna. Un viaggio fatto di persone e luoghi, di testimonianze, ricordi, reticenze, incontri fortuiti e voluti; un viaggio privo di compatimenti, intrapreso nella speranza che possa esistere una verità di altra sostanza, a suo modo liberatoria.

Cecilia Maria Giampaoli, Urbino 1982. Vive e lavora a Pesaro. Si occupa di arti visive e usa la scrittura come un mezzo di ripresa – interessata al potenziale figurativo delle parole. Dal 2011 insegna all’ISIA di Urbino. Nel 2015 un suo racconto, Pelle di Merluzzo, riceve il Premio Eccellenza Treccani Web. Suo il blog di racconti www.diaridiunmarinaio.com
Azzorre è il suo primo romanzo.