Marco Franzoso ci racconta una comunicazione fatta di colori, suoni, odori. Ci chiude gli occhi e ci dice: guarda lì! E si vede, si vede tutto.
Le parole lo sanno, romanzo di Marco Franzoso, ha dentro una storia grande che fa da cornice ad altre grandi storie; una vita dentro l’altra come una matrioska. È come chi ha tanto da dire: una volta sbucciato della sua stessa pelle, non puoi più fermarlo.
Inizia tutto da Alberto che riceve una terribile notizia sulla sua salute. Alberto, un medico che si ammala. Lui sa bene come funziona quando ti dicono: andrà tutto bene, ce la farai, oggi ci sono tante cure, possiamo farcela.
Per questo e chissà quali altri motivi – che immaginiamo possano risiedere in quel lato più ombroso di noi – Alberto si scherma, si protegge, si mimetizza. Non vuole esser visto; in qualche modo vuole sparire, ha bisogno di tempo, ma per cosa non lo sa nemmeno lui.
Sta di fatto che acquista occhiali e bastone da cieco. Solo così si sente in qualche modo protetto, e soprattutto, sente di poter evitare sguardi e parole inutili. Mentre casa diventa stretta, Alberto trova rifugio in un parco pubblico. Lì scopre quanto a volte la vita sia assurda; lì incontra Flavia.
Anche Flavia si rifugia al parco. Anche Flavia ha da dire cose. Lei naturalmente lo crede cieco e forse proprio per questo motivo a un certo punto gli racconta cosa succede nella sua vita. Le scosse, le delusioni, le speranze. Per questo Alberto dopo l’iniziale diffidenza e chiusura, comincia a domandare, a essere affezionato a quegli incontri. Tutto cambia proprio nel momento peggiore della sua vita, quando ormai non c’è più nulla, solo i saluti. Fino a che tutto precipita.
È il destino, lo dicono in molti, anche Flavia; chi ci crede, chi no.
Tu ci credi?
Un ragazzo trova un diario, sono tutte le verità e le sensazioni di Alberto. Dentro c’è anche Flavia e tutto quello che è stato. Marco Franzoso non si pone il problema di dare un senso logico alla fine di questo libro, perché in realtà questo romanzo una fine non ce l’ha, anzi, rimane un po’ di amaro in bocca. Fa una cosa diversa, però. Dà un senso a tutto ciò che sta nel mezzo.
Ci vuole un po’ a capire come giudicarlo. Le perplessità vengono meno se penso che l’ho letto in pochissimi giorni; mi interessava tutto. Avevo necessità di scoprire le sensazioni dei personaggi, volevo vedere se erano gli stessi colori che vedevo io. Volevo capire dove si sarebbe spinto Alberto con quella storia del finto cieco.
Marco Franzoso, in un modo particolare, ha costruito e tracciato una strada che non si vede, ma si sente.
(la Books Hunter Jessica)

Titolo: Le parole lo sanno
Autore: Marco Franzoso
Editore: Mondadori
Genere: Romanzo
Cartaceo: € 18,00 / Ebook: € 9,99
Pagine: 176
Uscita: 10 marzo 2020
Alberto scopre di avere un male incurabile: invece di condividere l’inquietudine con chi lo circonda si procura un bastone e degli occhiali da cieco e si rifugia in un luogo già remoto, al riparo anche da se stesso. Entra in un parco, si siede su una panchina. Qui trova, forse per la prima volta, lo stupore di essere vivo.
Accanto a lui si siede una giovane donna, Flavia. Si parlano. Flavia si racconta e si confessa. Ha un bambino, e un marito ossessivamente geloso. Nasce qualcosa di semplice, inatteso, che sembra parlare con la voce profonda del destino. L’intesa, il desiderio di ritrovarsi, l’attrazione: l’amore insomma, che nessuno dei due cercava e che li sorprende senza difese.
Alberto è sempre più coinvolto in quelle confessioni di violenza subita e, non avendo nulla da perdere, entra nella vita di Flavia come la provvidenza. Tuttavia se il suo drastico intervento abbia liberato o condannato all’infelicità la donna che ama non è dato sapere. Perché Flavia, com’è arrivata, un giorno come un altro scompare per sempre.
Ad Alberto non resta che scrivere: affidare a un diario il racconto di ciò che è accaduto, ormai sicuro che “le parole sanno sempre dove andare” e che quindi, in un modo a lui ancora sconosciuto, prima o poi arriveranno a Flavia. E questo il destino delle parole e il destino di ogni racconto che dicono l’amore, liberi entrambi dalla vuota comunicazione a tutti i costi che è dei tempi nostri.
Siamo di fronte a una storia dentro una storia, dentro un’altra storia ancora, in un meccanismo concentrico e tecnicamente perfetto. Una dichiarazione d’amore per la letteratura, perché scrivere – e leggere – realizzano il passaggio del testimone più universale e intimo. D’altra parte, si sa, chi legge ama.

Marco Franzoso è nato nel 1965. Dai suoi romanzi (Tu non sai cos’è l’amore, Westwood dee-jay) sono stati realizzati spettacoli teatrali. Da Il bambino indaco (Einaudi, 2012) Saverio Costanzo ha realizzato il film Hungry Hearts, interpretato da Alba Rohrwacher e Adam Driver (entrambi premiati con la coppa Volpi al festival di Venezia del 2014). Il suo più recente romanzo, L’innocente, è uscito per Mondadori nel 2018 e ha vinto il premio Mondello.