Editoriale: Libri spazzatura: vanno bene per le serie TV

Libri che non piacciono, che non convincono. Motivazione? Sembrano sceneggiature per la TV.

Sempre più spesso (sarà una moda?) nei gruppi in cui si parla di libri, tra i commenti alle letture, troviamo frasi del tipo:
“Non mi è piaciuto, sembra una sceneggiatura per la TV.”
“Non è letteratura, è adatto a diventare un film.”
“Ma mica sarà un libro? Si tratta senz’altro di una mossa commerciale per la relativa serie TV.”
“Che delusione, è adatto alla TV”.

Si tratta di commenti che incontriamo sui social e che possono colpire qualunque genere: dal romanzo storico al romance, dal fantasy alla fantascienza, dal noir al distopico. Se poi il libro in questione è in cima alle classifiche, i commenti acidi abbondano!

Praticamente uno spreco di talenti, menti strappate alla settima arte: scrittori e scrittrici che dovrebbero lavorare per la TV, invece di imbrattare le pagine dei libri.
Ovviamente, sempre secondo queste persone, probabilmente abituate a bollare come mediocre chiunque non legga Dostoevskij dalla mattina alla sera.

Ma solo a noi sfugge il senso di questi commenti, che hanno sempre questa fastidiosa accezione negativa? Come se quel tipo di storie, fosse dozzinale.
No perché sembra che scrivere storie “adatte alla TV” sia diventata un’onta immonda.
State all’erta autrici e autori: se il cinema o la TV fiutano la vostra storia per farne un film o una serie, siete spacciati! Sarete immediatamente marchiati come autori di bassa qualità (chissà poi perché?).

Commentare: “è un libro orrendo, giusto buono per una storia in TV”, è una frase buttata al vento, che significa poco o niente. Eppure è tanto in voga nell’Internet…

TV - Cinema - Libri
Che noia questi commenti!

Ma vogliamo ricordare che anche i grandi classici hanno avuto delle meravigliose trasposizioni cinematografiche? O quelle vanno bene perché scrivere: “ho visto in TV Orgoglio e pregiudizio e mi è piaciuto”, fa chic? Fa cultura?

Suvvia signore e signori, via questa aria un po’ troppo aristocratica e benpensante e ammettiamolo che, a volte (per non dire spesso), piace scrivere questi commenti giusto per essere un tantino controcorrente. Che su cento persone che giudicano bellissimo un libro, quelle poche che lo stroncano marcandolo come “adatto alla TV”, usano questa motivazione perché hanno poco altro su cui appoggiarsi.
Resta sacrosanto il parere discordante, ci mancherebbe. Tutti possono dire che una storia o uno stile narrativo non sono piaciuti. Ma risparmiateci il claim (ormai infatti sembra essere diventato proprio quello): è adatto alla TV. I pareri vanno sempre rispettati, ma è meglio motivarli con qualcosa di convincente e appropriato, non di strampalato.

E poi c’è: “questo libro è una mossa commerciale per prepare il terreno alla futura serie TV”.
Ebbene sì, l’editoria è un’industria che deve produrre degli utili e quindi è normale che adotti delle strategie commerciali. Però che non si faccia una dietrologia inutile e sterile, ché di sentir parlare di “poteri forti” ne abbiamo piene le tasche.

Confrontarsi è sempre bello, anche quando due pareri sono in contrasto: è proprio lì che il dialogo si fa interessante, diventa costruttivo e arricchisce entrambe le parti. Ma la propria opinione va argomentata bene, non buttata lì a caso. Perché se no poi, nascono editoriali come questo. Perché se no poi, si perde credibilità.

E un’ultima cosa: la verità è che piacerebbe a tutti scrivere un libro e vederselo trasposto al cinema o in TV. E per il cinema e per la TV, sono state scritte grandi sceneggiature, indimenticabili.
Leggiamo, chiacchieriamo, arrabbiamoci e facciamo pace. Ma sempre con cognizione di causa e rispetto.


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