Per il mio bene è un appello a non guardare dall’altra parte. È la storia di chi prova a nascondere un tormento e chi fa finta di non vederlo.
Ema Stokholma, che con questa autobiografia ha vinto il Premio Bancarella 2021, non si è risparmiata nel raccontare ma neanche nel raccontarsi. Non ha fatto sconti a nessuno, soprattutto a se stessa.
Ha scritto la sua storia come se ogni parola, invece che sulla carta, se la stesse incidendo sulla pelle: consapevole del dolore che questo le avrebbe scatenato, sentendo contemporaneamente un senso infinito di liberazione.
Mai in generale nella vita, ma soprattutto quando si è bambini, è facile chiedere aiuto agli altri. Quando si sta male, quando si ha paura, ci si sente vulnerabili ed esposti. Senza difese. I bambini cercano il loro porto sicuro nell’abbraccio dei genitori. Ma cosa accade quando si ha solo la mamma, e da lei si ricevono pugni invece di carezze? Quando le parole che pronuncia sono solo di disprezzo e mai d’amore? Un fratello può fare poco se anche a lui è toccato lo stesso destino. Allora ci si sente soli. Irrimediabilmente soli.
Senza neanche troppa consapevolezza si compiono gesti che vorrebbero richiamare l’attenzione di qualcuno, nell’inconscia speranza che si accorga che qualcosa non va. Si aspetta che le persone più o meno vicine capiscano che dietro a certi comportamenti si nascondono dei disagi. Azioni che sono mute richieste di aiuto. Sarebbe così semplice gridare al mondo il proprio dolore e ricevere in cambio il sostegno di cui si ha bisogno. Eppure la paura blocca ogni tentativo esplicito. E allora si prova con altri modi, spesso discutibili e che diventano addirittura lesivi per gli altri. Una catena di dolore che sembra infinita. Pensare che basterebbe accorgersi, prestare attenzione, intervenire.
È questo che Ema Stokholma spera di ottenere da questo romanzo. Far aprire gli occhi e svegliare le coscienze di tutti. Perché girarsi dall’altra parte, far finta che tutto vada bene, essere superficiali e giudicanti nei confronti di persone problematiche, non è mai la soluzione giusta. La più comoda, certo. Ma la più sbagliata. Si dovrebbe invece osservare, capire, andare oltre. Aiutare.
Ema Stokholma ha vissuto un lungo momento profondamente buio, dal quale ha saputo rinascere e riconoscersi. E ha voluto raccontarlo, forse anche un po’ per espiare le sue di colpe. Una scelta coraggiosa, che è stata premiata dai librai italiani con il conferimento del Premio Bancarella. Un libro duro, a tratti urtante, ma è proprio questo il suo intento.
(La Books Hunter Barbara)

Titolo: Per il mio bene
Autore: Ema Stokholma
Editore: HarperCollins
Pagine: 200
Prezzo di copertina: € 18,00 – ebook € 8,99
Uscita: 12 febbraio 2020
ISBN: 978-8869057021
“Non sei mai al sicuro in nessun posto”, questo ha imparato Morwenn, una bambina di cinque anni. Perché Morwenn ha paura di un mostro, un mostro che non si nasconde sotto il letto o negli armadi, ma vive con lei, controlla la sua vita. Un mostro che lei chiama “mamma”.
La persona che dovrebbe esserle più vicina, che dovrebbe offrirle amore e protezione e invece sa darle solo violenza e odio. La picchia, la insulta, le fa male sia nel corpo che nell’anima. A lei e a Gwendal, suo fratello, di pochi anni più grande. Morwenn prova a fuggire, ma la società non lascia che una bambina così piccola si allontani dalla madre, e tutti sembrano voltarsi dall’altra parte davanti alle scenate, ai “conti che si faranno a casa”, ai lividi.
Così, aspettando e pregando per una liberazione, Morwenn imparerà a mettere su una corazza, a rispondere male ai professori, a trovare una nuova famiglia e un primo amore in un gruppo di amici, a usare la musica per isolarsi e proteggersi. Finché, compiuti quindici anni, riuscirà finalmente a scappare di casa e a intraprendere il percorso, fatto di tentativi ed errori, che la porterà a diventare Ema Stokholma, amatissima dj e conduttrice radiofonica.
Per la prima volta Ema Stokholma racconta il suo passato, il tempo in cui il suo nome era ancora Morwenn Moguerou.
E lo fa scrivendo un libro che attraverso la sua esperienza individuale riesce a raggiungere sentimenti universali, a insegnare che dal dolore si può uscire, che si può sbagliare e cambiare, che il lieto fine è possibile. Perché Per il mio bene è una storia vera ma anche un romanzo indimenticabile, che riesce a raccontare il dolore e il male con una lingua immediata e diretta, con uno stile allo stesso tempo durissimo e dolce che colpisce il lettore al cuore e tocca le corde più profonde e vere dell’animo umano.
Per il mio bene me lo diceva mia madre, quando ero bambina e mi spiegava perché mi stava picchiando.
Per il mio bene sono scappata di casa, quando avevo quindici anni.
Per il mio bene ho scritto questo libro, per raccontare la mia storia e farmi testimone, sperando che quello che è successo a me e a mio fratello Gwendal non debba capitare ad altri bambini.

Ema Stokholma è lo pseudonimo di Morwenn Moguerou. Nata in Francia alla fine del 1983, scappa di casa a quindici anni per sfuggire agli abusi materni e si trasferisce in Italia. Inizia a lavorare come modella, ma lascia il mondo della moda per la musica e in poco tempo diventa una delle più importanti e popolari dj italiane.
Nel 2017 vince Pechino Express, e comincia a seguire i grandi eventi musicali per Rai: Festival di Sanremo, Eurovision Song Contest e Brit Awards. Conduce su Rai 4 Challenge 4, Stranger Europe e su Rai 1 il Prima Festival. Dal 2017 conduce con Gino Castaldo il programma Back2Back su Rai Radio 2. www.emastokholma.com