Da novembre è in libreria e da dicembre nelle sale cinematografiche: House of Gucci. Una storia vera di moda, avidità, crimine. Ma gli eredi di Aldo Gucci non sono affatto contenti…
È la storia di una delle famiglie più famose al mondo. E, come in tutte le famiglie, si celano drammi e segreti. Ma, in questo caso, anche uno straordinario successo planetario e la gloria di grandi talenti artistici e imprenditoriali. Loro sono i Gucci.

Titolo: House of Gucci. Una storia vera di moda, avidità, crimine.
Autore: Sara Gay Forden
Editore: Garzanti
Pagine: 480
Prezzo di copertina: € 18,00 – ebook € 10.99
Uscita: 11 novembre 2021
ISBN: 978-8811001744
Il 27 marzo 1995 Maurizio Gucci, erede della favolosa dinastia dell’alta moda, mentre sta per raggiungere il suo ufficio di Milano viene assassinato a colpi di pistola da uno sconosciuto. Nel 1998, l’ex moglie Patrizia Reggiani Martinelli – soprannominata la «Vedova nera» dalla stampa – viene condannata a 29 anni di prigione come mandante dell’omicidio.
Perché Patrizia Reggiani lo avrebbe fatto?
Perché le spese del suo ex marito erano fuori controllo? O perché il suo affascinante ex consorte stava per sposare l’amante, Paola Franchi? Oppure esiste ancora la possibilità che Patrizia Reggiani sia innocente?
Quella dei Gucci è una storia di sfarzo, glamour, intrighi; è la storia dell’ascesa, del quasi fallimento e della rinascita di una dinastia nel mondo della moda.

SARA GAY FORDEN ha vissuto in Italia per più di ventidue anni, e in qualità di corrispondente ha seguito il business della moda raccontando come alcuni atelier famigliari sono diventati enormi aziende della moda del calibro di Gucci, Armani, Versace, Prada e Ferragamo.
Oggi vive a Washington e guida un team per Bloomberg News che indaga sull’attività di lobby e sulle sfide affrontate dalle grandi multinazionali della tecnologia come Amazon, Facebook, Google.
Da questo libro è stato tratto il film di Ridley Scott con Lady Gaga e Adam Driver, nelle sale italiane dal 16 dicembre 2021.
House of Gucci, il film diretto da Ridley Scott, segue la storia della famiglia Gucci, raccontando l’azienda attraverso le persone che ne hanno fatto parte, tra fama, genialità, momenti difficili e sofferenze. In particolar modo il film ruota attorno al fatto di sangue avvenuto il 27 marzo 1995 e che sconvolse il mondo della moda: l’omicidio di Maurizio Gucci. A interpretare il noto imprenditore italiano, all’epoca dei fatti già ex direttore dell’azienda, sarà Adam Driver.
Lady Gaga invece vestirà i panni di Patrizia Reggiani, l’ex moglie di Gucci che fu accusata di aver organizzato l’omicidio dopo essere stata lasciata dal marito per una donna più giovane.
Patrizia Reggiani ordinò a un killer di uccidere il marito, freddato da quattro colpi di pistola nell’atrio del suo palazzo. Condannata a 29 anni di carcere, ridotti poi a 26 in appello, la donna, conosciuta ai più anche con il suo appellativo di “Vedova Nera”, ha tentato il suicidio in prigione e dal 2017 è tornata in libertà per buona condotta.
Nel cast ci sono altri attori di grande pregio come: Jared Leto (Paolo Gucci), Al Pacino (Aldo Gucci) e Jeremy Irons.
Paolo Gucci: Lo sai tenere un segreto?
Patrizia Reggiani: Nel nome del Padre, del Figlio e della Famiglia Gucci.
Ma cosa ne pensa la famiglia Gucci di questo film?
Di sicuro non sono contenti! Da un’agenzia Ansa, infatti, sappiamo che gli eredi di Aldo Gucci hanno inviato una lettera che termina così:
“I membri della famiglia Gucci si riservano ogni iniziativa a tutela del nome, dell’immagine e della dignità loro e dei loro cari”.
Lamentano che la produzione ”non si è curata di interpellare gli eredi prima di descrivere Aldo Gucci”, e giudicano ”ancora più censurabile” la ricostruzione ”di una donna definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci” dipinta nel film e nelle ”dichiarazioni dei membri del cast, come una vittima”.
Nella lettera si accusa di “una narrazione tutt’altro che accurata”; una visione dei “membri della famiglia Gucci come teppisti, ignoranti e insensibili al mondo che li circondava” e soprattutto “i toni indulgenti nei confronti di una donna che, definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci, viene dipinta non solo nel film, ma anche nelle dichiarazioni dei membri del cast, come una vittima che cercava di sopravvivere in una cultura aziendale maschile e maschilista”.
Una circostanza secondo gli eredi lontana dalla verità: “Gucci – si legge nella lettera – è stata un’azienda inclusiva. Anzi, proprio negli anni ’80, il contesto storico in cui è ambientato il film, “erano diverse le donne che ricoprivano posizioni di vertice: che fossero membri della famiglia o estranei ad essa”.
Fonte: Ansa

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