Vi raccontiamo di: oggi su Books Hunters Blog, vi parliamo di Liala.
Siamo nel ‘900 e fra le tante scrittrici di quel tempo, oggi abbiamo scelto di raccontarvi di Liala, pseudonimo di Amalia Liana Negretti Odescalchi, fra le più note autrici di romanzi d’appendice del XX secolo.
Nata a Carate Urio (CO) il 31 marzo 1897, Liala deve il suo pseudonimo niente meno che a Gabriele D’Annunzio, il quale volle darle un nome che contenesse ortograficamente un’ALA.

Nel 1919 interrompe gli studi per sposarsi con il marchese Cambiasi, con cui ha due figlie, Primavera e Serenella. Purtroppo però il matrimonio non funziona e così i due si separano. Liala successivamente si innamora del marchese Scotto; un grande amore, il loro, che si interrompe tragicamente nel 1926, quando il marchese precipita nel lago di Varese con il suo idrovolante.
“Io penso che quando nella vita tramonta un sogno, si ha il dovere di cercarne un altro.”
Liala
Il dolore per la perdita del suo grande amore è il motivo per il quale Liala inizia a scrivere.
Nel 1931 pubblica il suo primo romanzo Signorsì con Mondadori. La prima edizione viene esaurita in 20 giorni. Nel 1946 sempre per Mondadori crea il settimanale Confidenze di Liala, successivamente ribattezzato solo Confidenze che è una delle prime riviste espressamente dedicate al più vasto pubblico femminile in Italia.

Negli anni cinquanta, Liala vira allo scritto di fantasia, fatta eccezione per alcune pagine autobiografiche come in Diario vagabondo (1977).
I suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie nel nostro Bel Paese e grazie a questi numeri oggi è considerata una delle scrittrici di romanzi d’appendice più famose del Novecento a livello internazionale.

Liala è morta a Varese il 15 aprile del 1995.
Curiosità:
- Il cantautore Mario Castelnuovo la cita nel testo di “Nina”, sua canzone dell’84.
- Liala scriveva solo il mercoledì.
“Di solito si letica con le donne che si amano o che non si amano più. Con le donne che ci sono indifferenti non si può leticare.“
Liala – Quel divino autunno