Oggi, su Books Hunters Blog, vi raccontiamo di Gesualdo Bufalino, scrittore, poeta e aforista.
Siamo nel ‘900 e fra gli scrittori noti e meno noti, ma non per questo meno importanti, spicca anche Gesualdo Bufalino.
Nato nel 1920 a Comiso, un comune siciliano che oggi vanta quasi 30.000 abitanti, Gesualdo Bufalino fece per gran parte della sua vita l’insegnante, poi, a 61 anni, pubblica il suo romanzo “Diceria dell’untore“, opera con cui vinse il Premio Campiello.

Gesualdo Bufalino aveva scritto Diceria dell’untore già trent’anni prima e lo aveva tenuto nascosto per tutto quel tempo in un cassetto. Il libro prende spunto da un episodio che ha segnato la vita dell’autore: ha a che fare con gli anni passati in un sanatorio alla fine della seconda guerra mondiale, dopo la prigionia sotto i nazisti.
Ha deciso di far pubblicare il suo libro dopo una difficile opera di convincimento da parte di Elvira Sellerio e Leonardo Sciascia, che in lui avevano visto un talento letterario.

“O quando tutte le notti – per pigrizia, per avarizia – ritornavo a sognare lo stesso sogno: una strada color cenere, piatta, che scorre con andamento di fiume fra due muri più alti della statura di un uomo; poi si rompe, strapiomba sul vuoto.”
Gesualdo Bufalino, incipit di Diceria dell’untore
Quando Elvira Sellerio gli chiede se ha un manoscritto nel cassetto, Bufalino nega. Non ha nessuna intenzione di pubblicare, ma poi cede e così nel 1981, Diceria dell’untore, vede la luce e vince il Campiello. Nel 1988 Le menzogne della notte vince il Premio Strega.
“[…]Invece la morte non è né buio né luce, ma solo abolita memoria, cassazione e assenza totale, incinerazione senza superstiti scorie, dove tutto ciò che è stato, non soltanto non è più né sarà, ma è come non fosse mai stato.”
Gesualdo Bufalino, Le menzogne della notte
Gesualdo Bufalino è morto a Vittoria, in Sicilia, nel 1996.
Curiosità:
- L’autore trascorse la maggior parte della sua vita a Comiso, mantenendo un’esistenza ritirata e discreta.
- Il suo stile è anche definito “anticheggiante”.
- Morì a causa di un incidente stradale, nella strada tra Comiso e Vittoria mentre, accompagnato da un amico, tornava dalla moglie. Ironia della sorte, Bufalino non aveva mai conseguito la patente.
Riguardo ai problemi del presente, disse:
“La cura è una sola: libri libri libri.”