Sibilla Aleramo: la scrittrice del ‘900 che trasse il suo cognome da una poesia di Carducci

Oggi su Books Hunters Blog, vi raccontiamo di Sibilla Aleramo, poetessa, scrittrice e giornalista.

Fra le scrittrici del ‘900 non possiamo non menzionare anche lei, Sibilla Aleramo colei che trasse il cognome Aleramo dalla poesia del Carducci “Piemonte“.

Nata nel 1876 ad Alessandria, Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, ha un’adolescienza piuttosto travagliata. La maggiore di quattro figli, a causa della malattia della madre, dovrà presto farsi carico della gestione della casa e lavorare per provvedere alla famiglia.

All’età di 15 anni subisce una violenza ed è poi costretta a sposare il suo carnefice; da lui nel 1895 ha un figlio, Walter. Nella maternità pensa di trovare conforto, ma è solo un’illusione e Sibilla Aleramo tenta il suicidio. Per cercare di sollevarsi decide di scrivere e nel 1897 alcuni scritti sono pubblicati nella “Gazzetta letteraria”, ne “L’indipendente” e su “Vita moderna”, rivista femminile, oltre che su “Vita internazionale”.

Il suo impegno femminista si intensifica, così come la sua carriera e nel 1899, dopo il trasferimento a Milano, ottiene la direzione del settimanale socialista “L’Italia femminile” in cui si firma Favilla.

Nel 1906 pubblica il suo primo romanzo “Una donna”, chiaramente di stampo autobiografico, in cui racconta anche la sofferta decisione di lasciare il marito e ancor di più il figlio, in nome di una vita libera da costrizioni e umiliazioni dovute all’ideologia del sacrificio imposta alle donne.

Una donna è uno dei primi libri femministi apparsi in Italia.

“Per quello che siamo, per la volontà di tramandare più nobile e più bella in essi la vita, devono esserci grati i figli, non perché, dopo averli ciecamente suscitati dal nulla, rinunziamo all’essere noi stessi.”

Una donna

Sibilla Aleramo è la prima scrittrice in Italia, a denunciare, attraverso la letteratura, il ruolo tradizionale della donna, dando un importante contributo al dibattito sulla questione femminile.

“L’amore fu la ragione della mia esistenza e quella del mondo.”

Sibilla Aleramo è morta a Roma nel 1960.

Curiosità:

  • Il giorno dopo la sua morte, Eugenio Montale la descrisse come una signora canuta, nobile nel portamento e nello sguardo, senza gelosie, senza invidie.
  • Giuseppe Prezzolini la definì lavatoio sessuale della cultura italiana.
  • Sibilla morì dopo una lunga malattia.

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