Camilla Cederna: la scrittrice del ‘900 che costrinse un presidente della Repubblica alle dimissioni

Oggi su Books Hunters Blog, vi raccontiamo di Camilla Cederna, scrittrice e giornalista.

Fra le scrittrici del ‘900 è presente anche lei, Camilla Cederna, soprannominata Donna Coraggio del novecento.

Nata a Milano nel 1911, Camilla Cederna, apparteneva alla stirpe dei Cederna, imprenditori valtellinesi dell’industria del cotone che a Milano avevano trovato fortuna.

Da sua madre Ersilia, eredita la passione per lo studio delle Lettere e dopo una tesi di Laurea dal titolo altisonante, comincia a scrivere sul quotidiano milanese L’Ambrosiano. Qui, scrive un articolo bomba che le costa caro. Nell’articolo, dal titolo Moda nera, deride lo stile dei fascisti. Quel pezzo le vale una minaccia d’arresto e reclusione, ma sottolinea senza dubbio di che pasta era fatta Camilla Cederna.

Camilla Cederna
Camilla Cederna (Wikipedia)

La grande svolta nel giornalismo per lei, avvenne il 12 dicembre 1969, quando alle 16.37 scoppiò la bomba di piazza Fontana. Infatti la sua rubrica Il lato debole assume una nuova piega, facendosi portavoce della triste e cruda cronaca di quei giorni.

Sangue che cola sul marciapiede. I volti angosciati dei feriti. I parenti chiamati a riconoscere le salme. E qualcuno dice che sembra la guerra.

12 dicembre 1969, Camilla Cederna

La scrittrice per le sue parole dirette viene accusata di essere un’anarchica e insultata anche con parole volgari. Tuttavia lei non si arrese e questo le valse il soprannome “Donna coraggio”.

Camilla Cederna è morta a Milano nel 1997.

Curiosità:

  • Il suo libro “Giovanni Leone: la carriera di un presidente” (1978), vendette oltre seicentomila copie e costrinse il presidente della Repubblica alle dimissioni.
  • Accusò il presentatore Enzo Tortora su La Domenica del Corriere affermando: “E non mi piaceva il suo Portobello: mi innervosiva il pappagallo che non parlava mai e lui che parlava troppo, senza mai dare tempo agli altri di esprimere le loro opinioni.
  • Scrisse fino alla fine, nel suo studio nella sua casa milanese che affacciava su un giardino di alberi secolari.
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