Roald Dahl, scrittore inglese scomparso nel 1990, è censurato dalla sua stessa casa editrice. Ma cosa è successo in questi giorni?
I testi di Roald Dahl, scrittore inglese scomparso nel 1990, scritti certamente in un tempo diverso da quello di oggi, dove si applica continuamente il politically correct che forse è più una moda che non un vera e propria corrente di pensiero, sono censurati dalla sua casa editrice.

Cancellate quindi le parole “grasso” e “nano” dai suoi libri in maniera del tutto definitiva e risistemate moltissime frasi. La sua casa editrice ristamperà le sue storie cancellando quei termini o concetti ritenuti offensivi per la sensibilità contemporanea.
Siamo sicuri che sia una mossa corretta, considerando che Roald Dahl ha vissuto in una società certamente diversa dalla nostra e che, anzi, forse è proprio raccontandoci come ragionava e si esprimeva, che può darci un’idea più sincera e chiara del suo tempo? Quello nei libri, dopotutto, era il suo punto di vista.
Facciamo qualche esempio concreto. Nel testo di “Le streghe“, il cui protagonista è un bambino trasformato in un topo da un gruppo di streghe, il Telegraph ha trovato 59 modifiche apportate dall’editore britannico dei libri dell’autore. Ecco una:
Le streghe sono tutte donne.
Versione di Roald Dahl
Non voglio parlar male delle donne. In genere sono adorabili. Ma tutte le streghe sono donne: è un fatto.
Non dire stupidaggini. Non puoi tirare i capelli a tutte le donne che incontri, anche se portano i guanti. Provaci e vedrai.
Nuova versione di Puffin Books in collaborazione con Roald Dahl Story Company
Chiaramente le reazioni non si sono fatte attendere. Basta cercare l’autore sul web e sui social per leggere tantissime opinioni al riguardo. Anche il primo ministro inglese Rishi Sunak ha dichiarato che le opere letterarie dovrebbero essere “protette, non aggiustate”. Suzanne Nossel, direttrice di Pen America, organizzazione che riunisce 7500 scrittori, si è detta invece “allarmata” scrivendo su Twitter che “la letteratura deve essere sorprendente e provocatoria” e aggiungendo che gli sforzi per cancellare parole che possono essere percepite come offensive “diluiscono la potenza del racconto”.
Ma chi colpisce ancora di più nel segno è un lettore. Sì, perché la casa editrice Puffin Books, sul suo sito, alla pagina dedicata alle nuove edizioni dei libri di Roald Dahl, specifica: “Questo libro è stato scritto molti anni fa e noi regolarmente rivediamo il linguaggio per assicurarci che possa continuare ad essere fruito con piacere da tutti.” Il lettore su Twitter ha commentato: “Avete corretto un paio di libri che avevano espressioni datate, avete solo altri 400 anni di letteratura ancora da fare. Dove vi fermerete?”
Domanda lecite, diremmo noi. Perché modificare un libro, è modificare la sua storia, quella in cui è nato, passando un colpo di spugna sulle mani che lo hanno plasmato, concepito, ideato, dimenticando che i libri rispecchiano sempre il loro tempo. Forse dovremmo solo avere trovare il modo di spiegare questo ai lettori di oggi.
Ecco alcuni dei nostri articoli su Roald Dahl: